“Sarebbe auspicabile un cambiamento nelle regole per agganciare i colori che contraddistinguono le fasce di rischio delle Regioni proprio all’uso progressivo del Green Pass, nella speranza di incoraggiare la campagna di vaccinazione e allo stesso tempo di superare definitivamente la faticosissima stagione delle limitazioni, in particolare proprio delle attività di pubblico esercizio”.
Lo scrivono, in una lettera inviata al presidente della regione Toscana Eugenio Giani, il presidente di Fipe Confcommercio Toscana, Aldo Cursano, e il direttore generale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni.
“In altri termini – spiegano – con questo meccanismo, al crescere della gravità della situazione sanitaria individuata nei diversi colori, viene ampliato in proporzione il numero delle attività e dei servizi per il cui accesso deve essere prevista la disponibilità della certificazione verde, incidendo così non sostanzialmente sull’operatività delle imprese, ma intervenendo piuttosto sulle persone che ne sono sprovviste”. Confcommercio sottolinea i mesi trascorsi tra “difficoltà inaudite, con i noti effetti sui fatturati e sulla mortalità delle imprese” e come “con senso di responsabilità e doverosa collaborazione il mondo dei pubblici esercizi ha accompagnato l’applicazione e l’implementazione del certificato verde, auspicandone anzi un’estensione ulteriormente generalizzata e trasversale ai diversi luoghi di lavoro e alla rete dei servizi pubblici e privati, tranne quelli di primissima necessità”.
Per l’associazione toscana però c’è ora il rischio di “ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi dopo nove mesi di campagna vaccinale sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi”. Pur essendo materia di competenza del Governo centrale Confcommercio chiede a Giani il “sostegno per modificare le regole che accompagnano i colori che individuano le fasce di rischio delle regioni”, affidando al governatore toscano “le aspettative di un settore, che con oltre 300mila imprese in Italia, 1 milione di occupati e un impatto strategico sull’identità e l’attrattività del Paese, non merita davvero di incorrere in nuovi sacrifici, soprattutto se solitari e paradossalmente evitabili”.