La parola d’ordine è continuare il percorso di valorizzazione delle caratteristiche distintive del Chianti Classico: una strada che, negli ultimi anni, ha portato la denominazione del Gallo Nero sempre più in alto nelle classifiche internazionali dei vini di qualità, incrementandone la notorietà, il prestigio e la diffusione sulle tavole di tutto il mondo. Oggi l’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico ha approvato, a larghissima maggioranza, un progetto di modifica al disciplinare di produzione della storica denominazione, che prevede due importanti innovazioni che vanno in questa direzione. 

Il progetto, che è stato possibile presentare grazie ad un intenso lavoro del Consiglio di Amministrazione durato alcuni anni, raccoglie l’esigenza, nata in seno allo stesso corpo sociale, di una sempre più ampia valorizzazione delle caratteristiche che distinguono e rendono unica la denominazione del Gallo Nero. 

Le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) del Chianti Classico.

La prima proposta di modifica al disciplinare di produzione, approvata dall’Assemblea dei Soci, riguarda il progetto di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità, per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Le norme nazionali ed europee consentono infatti che per i vini DOP si possa fare riferimento a unità geografiche aggiuntive, identificate all’interno della zona di produzione della denominazione.  

Fra gli obiettivi della proposta di modifica, quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, aumentare la qualità in termini di identità e territorialità, consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve e, non ultimo, stimolare la domanda attraverso la differenziazione dell’offerta. L’introduzione del nome del villaggio in etichetta servirà infatti ad intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.

Per questo sono state individuate e delimitate alcune aree all’interno della zona di produzione del Chianti Classico, distinguibili in base a criteri specifici quali la riconoscibilità enologica, la storicità, la notorietà e la significatività in termini di volumi prodotti: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli. 

Da sottolineare che in questa prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie in un prossimo futuro: una scelta di importanza strategica per rafforzare l’intento delle UGA di rappresentare le eccellenze del territorio, potendo così competere, in modo più incisivo, con i più grandi vini del mondo. 

“E’ il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti.” – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio – “Quello del Chianti Classico è un territorio davvero unico, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica (52,5% della superficie vitata rivendicata). Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero. Il vino, come spesso ho affermato in questi tre anni del mio mandato da Presidente, rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta.”

Variazione della base ampelografica dei vini Chianti Classico Gran Selezione

La seconda proposta di modifica al disciplinare, approvata dall’Assemblea dei Soci, riguarda l’uvaggio del vino Chianti Classico Gran Selezione. Ad oggi, le tre tipologie di Chianti Classico – Annata, Riserva e Gran Selezione – attingono alla stessa base ampelografica: 80-100% Sangiovese e fino al 20% massimo di vitigni a bacca rossa autorizzati, autoctoni e/o internazionali. 

Con il nuovo disciplinare, per la tipologia Gran Selezione cresce la percentuale minima di Sangiovese (min. 90%) e scompaiono, in caso di blend con altri vitigni, quelli internazionali, ovvero saranno ammessi solo gli autoctoni a bacca rossa fino ad un massimo del 10%

Fondamentale è infatti il legame con il territorio per questa tipologia, l’unica ad essere prodotta con uve esclusivamente di competenza aziendale: per rafforzare il binomio vino-territorio e per connotare di maggiore identità le etichette di Chianti Classico Gran Selezione, è stato approvato l’utilizzo esclusivo dei vitigni autoctoni come complementari al Sangiovese, in quanto maggiormente espressivi e rappresentativi della zona di produzione e della tradizionale viticoltura chiantigiana.

Ricordiamo che la tipologia Gran Selezione, introdotta con l’ultima revisione del disciplinare di produzione del 2013 è prodotta oggi da ben 154 aziende per un totale di 182 etichette e rappresenta circa il 6% dell’intera produzione di Chianti Classico. Da quando è sul mercato ha riscosso grande interesse del pubblico e ottime recensioni dalla stampa di settore. Recentemente, proprio con questa tipologia, il Chianti Classico ha ottenuto il suo primo 100/100 da una nota firma della critica internazionale.


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