La comunità sancascianese piange la scomparsa della celebre étoile della danza, Carla Fracci, una delle più illustri cittadine di adozione del territorio chiantigiano che nella campagna di Pisignano risiedeva dagli anni ’60. Ne ricostruisce il ricordo e il forte legame con il Chianti il sindaco Roberto Ciappi che alla grande artista di fama internazionale attribuisce le qualità di un’icona senza eguali. Un’ammirazione che il primo cittadino nutriva sin da bambino, avendo coltivato per dieci anni la passione per la danza e avendo mosso sogni e passi da ballerino classico.

“Quando, per tutta la mia adolescenza, ho sognato di poter calcare i palcoscenici dei teatri italiani ballando sulle note delle opere e delle composizioni di musica classica – dichiara – guardavo con grande ammirazione al modello di bellezza, soavità, capacità tecniche che emanava la talentuosa Carla Fracci, una musa e una fonte di ispirazione per i desideri di un quindicenne che amava la danza e sperava di tradurla in una professione, ho avuto l’onore e il privilegio di conoscerla più avanti negli anni, da adulto, ricoprivo il ruolo di assessore per il mio paese e con lei ho partecipato ad alcuni eventi di carattere culturale tra Firenze e a San Casciano. Aver avuto l’opportunità di incrociarla anche come concittadina è stato per me la conferma della idea di eleganza e poesia innata che avevo elaborato, una donna di raffinata cultura, sensibile, solidale, innamorata dell’arte della danza, capacità di trasmettere la sua unicità con le parole e il linguaggio del corpo”.

Carla Fracci risiedeva in un casolare immerso tra le colline di San Casciano e vi soggiornava in alcuni periodi dell’anno insieme al marito Beppe Menegatti e alla famiglia. Frequentava non di rado il centro storico di San Casciano, amava la vita di campagna ed era un’affezionata del Teatro comunale Niccolini, come ballerina e spettatrice, un legame duraturo nel tempo che nacque nel momento in cui lo stabile riaprì i battenti, a conclusione degli interventi di ristrutturazione della sala ottocentesca. “Era l’ottobre del 1996 e Carla Fracci – ricorda il sindaco – fu chiamata dall’amministrazione comunale di allora a battezzare, da madrina d’eccezione, il palcoscenico sancascianese e la riapertura della stagione teatrale di quello che è considerato il tempio culturale di San Casciano”. Carla Fracci calcò le scene del Niccolini per presentare una prima nazionale, uno spettacolo ideato dal marito Beppe Menegatti, all’alba del 1999. Fu protagonista insieme a Gheorghe Iancu del debutto di un evento di danza di altissimo livello, rappresentato al Niccolini il 2 e il 3 gennaio 1999, tratto da “Il diario di Nijinsky”.

Carla Fracci era inoltre socia fondatrice dell’associazione internazionale A.B.C. Bambini Cri du Chat, presieduta da Maura Masini, l’attuale assessore alla Cultura del Comune di San Casciano in Val di Pesa. “Coltivo un ricordo pieno di tenerezza e gratitudine per Carla Fracci, una delle nostre prima sostenitrici simboliche e fattive – aggiunge l’assessore Masini – il suo atto di solidarietà, elargito sin dalla fondazione dell‘associazione avvenuta nel 1995, mi diede il coraggio e la forza di investire risorse, progetti, interventi nell’attività di informazione, supporto e ricerca dell’associazione che oggi va avanti da decenni”. Il Comune si appresta a proclamare il lutto cittadino per la scomparsa dell’artista e, in suo onore, nelle prossime settimane saranno organizzati eventi culturali, in collaborazione con le associazioni del territorio, che ne celebreranno l’impareggiabile statura artistica e umana.


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