Accanto all’intellettuale fiorentino Niccolò Machiavelli si affaccia, sull’edificio del palazzo comunale, il nome della politica sarda Eleonora d’Arborea, definita nel quattordicesimo secolo ‘giudicessa’. E’ lei che da ieri domina dall’alto una delle strade centrali di San Casciano, intitolata all’autore de Il Principe. Nella piazza dedicata al pilota Orazio Pierozzi fa capolino un’altra donna, in questo caso statunitense, che amò solcare i cieli, l’aviatrice Amelia Earhart. A ‘cantare’ idealmente ai passanti di quella che un tempo era via dello Sdrucciolo sono in due, Tommaso Guarducci e la soprano Maria Malibran.

E ancora Antonio Morrocchesi, uomo di teatro caro a San Casciano tanto da intitolare a lui nella contemporaneità un premio alla carriera artistica, ha al suo fianco la collega attrice Francesca Bertini, mentre poco più avanti Simone Martini divide la scena della notorietà nel panorama dell’arte con la pittrice di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi. Le strade di San Casciano, quasi tutte caratterizzate da nomi maschili si popolano simbolicamente di figure femminili, più o meno celebri, rimaste invisibili, annullate dal sistema sociale della loro epoca, arrivate a noi solo per piccoli tasselli di conoscenza, che poco spazio hanno trovato nella memoria collettiva di ogni tempo. Ma a dare un cambio di marcia alla storia che ha tentato di cancellare nomi e ruoli delle donne che hanno lasciato il segno è l’iniziativa che si è ispirata ad un’idea dell’associazione Toponomastica femminile organizzata per le vie del centro storico da una specifica commissione consiliare di San Casciano, presieduta da Paola Malacarne.

Un organo permanente, voluto dal sindaco Roberto Ciappi, che da quando si è istituito, esattamente un anno fa, con un gruppo di consiglieri comunali e cittadini che provengono dalla comunità locale e regionale, lavora sui temi delle questioni di genere, dedicando una particolare attenzione all’abbattimento degli stereotipi, alla prevenzione e al contrasto al fenomeno della violenza sulle donne. Il progetto che si costruisce sulle basi di un percorso di ricerca e studio, con il coinvolgimento dell’Istituto comprensivo Il Principe, vuole conferire visibilità e valorizzare le donne che si sono distinte negli stessi campi di interesse umano e nel medesimo periodo delle figure maschili a cui sono intitolate le strade di San Casciano, la cui toponomastica riporta al femminile soltanto una decina di vie, dedicate per lo più a sante.

Da qualche giorno è partito il percorso che vede le componenti della Commissione consiliare aggirarsi per il centro storico e, munite di scala, martello e chiodi, attaccare una quindicina di targhe con i nomi delle donne individuate affiancandole ai personaggi maschili dove rimarranno per qualche settimana. “Una delle forme di violenza più subdola – dichiara la presidente Paola Malacarne – è l’invisibilità delle donne, il messaggio che vogliamo lanciare con questa azione, la prima uscita esterna della commissione che comunque non ha mai smesso di lavorare sul tema dei diritti umani e delle Pari opportunità, neanche durante la pandemia, è dire alle donne di oggi che l’identità di una persona conta a prescindere dal genere, che è giusto e necessario intraprendere le strade formative e professionali che prediligono e in cui si sentono maggiormente vocate anche se esse sono storicamente appannaggio maschile”. Il progetto sulla toponomastica ha coinvolto anche gli studenti di San Casciano per l’individuazione di figure femminili rispolverate e riemerse dall’armadio della storia che, per volontà dell’amministrazione comunale, si legheranno alla funzione sociale e urbana di tre spazi pubblici situati nel capoluogo, un giardino pubblico, una terrazza, una nuova viabilità, al momento privi di una denominazione.

Di questi duetti inediti che abiteranno per il mese della mimosa, donne e uomini insieme per le vie di San Casciano che hanno fatto epoca, non si dispiaceranno forse neanche i protagonisti che hanno avuto gloria sulle strade, come il popolarissimo Giuseppe Garibaldi che accanto a sé, alla targa che apre il viale alberato tra piazza della Repubblica e il campo sportivo, vede risorgere nome e opere della prima moglie, Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva in Garibaldi.


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