“Il combinato disposto tra le aperture dei musei a singhiozzo, il mancato arrivo dei ristori all’azienda e i ritardi nella Cassa integrazione ai lavoratori sta creando una situazione sempre più insostenibile”: è l’allarme che hanno lanciato stamani la Rsu, Filcams Cgil e UilTucs in un incontro stampa coi lavoratori di Opera al piazzale degli Uffizi. Opera conta 300 dipendenti che gestiscono in appalto i servizi museali di Uffizi, Accademia, Bargello, museo di San Marco. In assenza di interventi, dicono i sindacati, “non è remota l’ipotesi che Opera possa chiudere entro l’anno, lasciando a casa i 300 lavoratori”. “Siamo stati la forza lavoro che ha permesso le riaperture a singhiozzo di questi mesi e le relative passerelle mediatiche per direttori e politici- spiegano i lavoratori -. Siamo uomini e donne che da anni lavorano nel settore dei Beni Culturali e che ora, a causa del disimpegno dello Stato, del Ministero e dei direttori Museali, rischiano il posto di lavoro dopo mesi di Cassa integrazione e di enormi sacrifici”. I sindacati chiedono a Ministero, Comune di Firenze e direttori dei musei un tavolo per affrontare la questione: “Vanno scongiurati gli scenari peggiori per i lavoratori”. A fine gennaio, Filcams Cgil e lavoratori avevano chiesto anche un progetto con tutte le scuole di ordine e grado dell’area Metropolitana di Firenze per permettere agli studenti di visitare i musei e fare lezione dentro gli spazi espositivi.


Il supersolido ruota senza inerzia. Nuova scoperta

Andrea Palestini eletto presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca