Lo scorso anno ha festeggiato 50 anni di attività artistica. Quest’anno brinderà – è proprio il caso di scriverlo – ai suoi “primi” dieci anni di Enoarte, la tecnica di pittura esclusivamente con il vino rosso al posto del colore.

Elisabetta Rogai, artista fiorentina ormai nota a livello internazionale anche per questa sua particolarità, ha appena portato a termine la sua ultima impresa: realizzare un quadro ispirato alla Divina Commedia, e in particolare a Dante Alighieri che domani sarà omaggiato in tutta Italia in occasione del “Dantedì”. L’opera, dal titolo Dante infernale, infatti è tratta dai versi 34-36 del XXI Canto dell’Inferno del poema dantesco: L’omero suo, ch’era aguto e superbo/carcava un peccator con ambo l’anche/e quei tenea de’ piè ghermito ’l nerbo.

Spiega l’Artista: «Alla fine della prossima estate, ovviamente Covid permettendo, parteciperò a una mostra temporanea. Mi hanno chiesto di dipingere un’opera ispirata a tre terzine del XXI Canto della Divina Commedia, ovvero quando Dante vede il demone che scaraventa i dannati nella pece. Però, anziché nel momento in cui il peccatore era sulle spalle della creatura maligna, io ho dipinto questa mentre indietreggia un attimo dopo aver gettato il dannato nella pece. Così è nata Dante infernale – aggiunge Elisabetta Rogai -. La creatura maligna non ha le ali, queste per me sono una prerogativa degli angeli, portatori del bene. Il peccatore, gettato dalle spalle del demone, una volta nella pece ardente risale a galla e si dispera con le mani alla testa. Nel dipinto – conclude – i colori caldi del vino (e a tale scopo ho usato diverse annate di Brunello di Montalcino) cercano  di rendere meno atroce la scena diabolica, sulla quale tuttavia campeggia il profilo del Sommo Poeta, che invece ho tracciato con un Rosso Pozzuoli, estremamente più brillante delle altre nuances».

L’opera è realizzata su tela (100×70 centimetri) e, non appena possibile, la si potrà vedere nello studio d’artista di Elisabetta Rogai, in via Tartini 13/b (zona piazza Puccini) a Firenze. 

Dieci anni di Enoarte

A dieci anni esatti dalla prima volta, Elisabetta Rogai quindi continua il suo viaggio pittorico con la Enoarte. Era il 2011 quando l’artista ebbe un’intuizione rivoluzionaria: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità. Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela la trasformazione della tonalità di colore si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi. E lo stesso vale per l’aceto balsamico, di cui in mostra si potrà ammirare un’opera.

L’Artista

Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale. 

ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2006 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.

In 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: Washington, Cannes, Venezia , Assisi, Franciacorta, Lituania, Hong Kong, Forte dei Marmi, in Palazzo Medici Riccardi a Firenze (dicembre 2014) e nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation. 

Autrice il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata.

Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Sempre nel 2015 – anno dell’Expo – ha dipinto il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) vivendo un’emozione “mai così forte in tutta la mia vita” ha rivelato l’Artista, rappresentando la Madonna Assunta in cielo con un’aureola di spighe di grano, con esplicito riferimento al contenuto dell’Expo “Nutrire il pianeta”.

Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua EnoArte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura e enologia. 

Infatti la Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso e poi bianco per le velature, al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini, i suoi soggetti preferiti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi. 

I riferimenti artistici sono contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste, ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne.

E a tale scopo, la scorsa estate nel Foyer del Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago (Viareggio, LU), nella mostra “Alba rosa. Pitture al femminile di Elisabetta Rogai”, l’Artista ha mostrato una serie di dipinti ottenuti con la tecnica della enoarte e altri con colori a olio, donando alla Fondazione Festival Pucciniano il ritratto di Cio Cio San, cioè di Madama Butterfly, anch’esso dipinto con il vino rosso. 


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