La Guardia di Finanza di Livorno ha notificato la misura degli arresti domiciliari al primo cittadino del comune di San Vincenzo, sulla costa Livornese, nel corso di indagini dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, oggi giunte a un punto di svolta con l’esecuzione di tre misure di custodia cautelare che, su ordinanza del Gip, hanno colpito oltre al sindaco Alessandro Massimo Bandini (in carica dal 2014 e riconfermato alle elezioni amministrative del 2019) per il reato di corruzione, anche due imprenditori edili locali, artefici di fatture per operazioni inesistenti. Per un ulteriore indagato invece, ex segretario comunale, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al GIP).

Le indagini hanno tratto le mosse da un esposto di un privato cittadino, a seguito di un permesso a costruire, rilasciato dal comune di San Vincenzo, che andava a modificare lo sky line sul fronte mare, a causa della sopraelevazione e del cambio d’uso di un ex locale commerciale adibito a ristorante, provvedimento poi annullato per due volte dal TAR Toscana perché in contrasto con le norme urbanistiche comunali.

Le investigazioni, condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura – aliquota GdF e PM –  e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (PEF) della Guardia di Finanza di Livorno, hanno evidenziato reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri comportamenti delittuosi: dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari.

In particolare, in una serie di casi l’azione del comune di San Vincenzo sarebbe stata, secondo l’accusa accolta nell’ordinanza del Gip, diretta ad assecondare le richieste provenienti da imprenditori che hanno contribuito, con varie modalità, ad assicurare – per la rielezione del Sindaco alle amministrative del maggio 2019 – un sostegno politico e finanziario nella misura del 2/3% delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici. È emersa una resilienza degli indagati alle decisioni della giustizia amministrativa, adita contro i provvedimenti contestati come illegittimi del comune nel Livornese. Per risolvere i vizi eccepiti, infatti, sarebbero state studiate strategie tendenti ad eludere la sostanza delle norme urbanistiche, tanto che lo stesso Gip non ha escluso la compatibilità tra l’operazione urbanistica e una possibile condotta corruttiva.  In altri casi, gli esponenti politici del Comune hanno tenuto condotte tali da far contestare loro di essere espressione di precisi interessi economici degli impresari assegnatari di lavori pubblici. Tra gli episodi corruttivi contestati, è emersa la percezione del 2% dell’importo di due appalti del valore di 775.000 e 169.000 euro per la realizzazione di opere pubbliche funzionali a migliorare la viabilità di accesso a un camping; condotte che sono state ritenute connesse al finanziamento della campagna elettorale per la rielezione a Sindaco del Comune di San Vincenzo nel 2019 e contesto nel quale l’ente pubblico ha organizzato, per auto-promozione, lo spettacolo “Miss Livorno 2018 Miss Notte Rosa”, manifestazione pagata dalla società di costruzioni dei due imprenditori ora agli arresti domiciliari. 

In altri episodi è stato contestato il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento all’affidamento in gestione di una spiaggia attrezzata accessibile agli animali domestici e di una baracchina di proprietà comunale. Gli accertamenti in corso, con l’esecuzione di 23 perquisizioni nelle province di Livorno (Rosignano Marittimo, San Vincenzo, Campiglia Marittima e frazione Venturina, Castagneto Carducci, Bibbona e Piombino), Firenze (Pontassieve), Grosseto (Follonica) e Roma, saranno di ausilio all’approfondimento di ulteriori ipotesi di condotte delittuose, riguardanti altri esponenti del comune di San Vincenzo e altri privati imprenditori.

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ultimo aggiornamento: 09-03-2021


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