I carabinieri hanno arrestato un ventitreenne del luogo, con precedenti denunce a carico, in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Massa. Il giovane, condannato a dodici mesi di reclusione per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti commessi a Carrara fra il 2016 ed il 2018, era stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali, una misura alternativa alla detenzione che in presenza di determinate condizioni consente di scontare la pena fuori dal carcere.

Per poter avere questa opportunità, il condannato deve rispettare delle regole di “buona condotta” ben precise, che hanno lo scopo di facilitare il suo reinserimento sociale e prevenire il rischio che commetta altri reati.

I carabinieri della stazione “Principale” di Carrara, però, hanno scoperto che il ragazzo negli ultimi tempi non aveva rispettato gli obblighi stabiliti dal Tribunale, perciò hanno inviato una dettagliata informativa al Magistrato di Sorveglianza, con il resoconto di tutte le volte in cui aveva infranto le regole. La risposta non ha tardato ad arrivare, infatti nel giro di pochi giorni il ragazzo si è ritrovato in carcere.
Solo poche sere prima i carabinieri avevano contestato al ventitreenne una sfilza di violazioni commesse in un colpo solo, infatti oltre ad averlo trovato in giro durante il “coprifuoco” previsto dalle misure anti-Covid, il giovane non aveva rispettato nemmeno il duplice obbligo di non uscire di casa la notte e di non accompagnarsi a persone con comportamenti al limitee conosciuti dalla giustizia, come previsto dal provvedimento del Tribunale che lo aveva ammesso all’affidamento in prova.
Il ragazzo, si era giustificato con la pattuglia raccontando di sentirsi poco bene e di accusare i sintomi del Covid. Poi, quando gli era stato chiesto come mai non avesse telefonato in caserma invece di uscire senza permesso, aveva raccontato di avere il telefono fuori uso e quindi per raggiungere il pronto soccorso aveva chiesto un passaggio al primo automobilista incontrato “per caso” appena uscito di
casa. Ai carabinieri, tuttavia, i conti non tornavano, infatti alla guida dell’auto su cui viaggiava il ventitreenne c’era un suo amico di vecchia data, così come non gli era affatto sconosciuta la ragazza che era con lui, tra l’altro entrambi con precedenti penali alle spalle. La prova definitiva che quella del Covid fosse una scusa è arrivata dopo il responso del medico del 118 che la pattuglia aveva fatto intervenire sul posto, il quale aveva refertato che lo stato di salute del ragazzo era del tutto normale.
Quest’ultima “scappatoia” riuscita male tentata dall’affidato in prova, sommata alle altre volte in cui i carabinieri hanno relazionato di non averlo trovato in casa di notte, gli è costata molto cara, infatti dopo la
notifica del provvedimento firmato dal Magistrato di Sorveglianza, è stato portato in carcere a Massa.


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