Porta da oggi il nome di Gino Bartali, campione delle due ruote e “Giusto tra la Nazioni”, la pista ciclabile di Grassina, nel comune di Bagno a Ripoli. L’intitolazione, voluta dall’amministrazione comunale per ricordare, oltre ai meriti sportivi, l’impegno umanitario di Bartali in favore degli ebrei durante gli anni del nazifascismo, si è svolta stamani, in occasione del Giorno della Memoria, a 76 anni anni dalla liberazione di Auschwitz. 
A svelare la targa con inciso il nome del campione nato nel 1914 a Ponte a Ema, allora territorio ripolese, accanto al sindaco Francesco Casini e all’assessore allo sport Enrico Minelli, erano presenti la nipote di Bartali, Lisa, il rabbino Joseph Levi, i rappresentanti di Anpi Bagno a Ripoli, Aned Firenze e dell’associazione “Per non dimenticare – Do not forget” Onlus. In rappresentanza del Consiglio comunale, presente inoltre il presidente Francesco Conti.
Presente con il presidente Maurizio Bresci l’associazione “Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali”, che ha messo a disposizione della cerimonia la storica bicicletta, la maglia originale di Bartali e il documento con cui lo Yad Vashem ha riconosciuto Bartali “Giusto tra le Nazioni”. Presenti inoltre il Comitato unitario di Ponte a Ema, la S.S. Aquila di Ponte a Ema, la Ciclostorica Certosina del Galluzzo, la Ciclostorica Lastrense, con delegazioni di bici storiche. Presente inoltre il neopresidente di Federciclismo Toscana Saverio Metti. La cerimonia è stata accompagnata dalle note del musicista Niccolò Innocenti. Presente anche il parroco di Ponte a Ema, don Antonio Cigna. 

La pista ciclabile di Grassina, una volta completata, si estenderà verso Ponte a Ema, luogo di nascita del grande campione delle ruote. 
“Il bene si fa ma non si dice, diceva Gino Bartali – ha ricordato il sindaco Casini -. Ed infatti abbiamo dovuto aspettare fino al 2010 per conoscere, oltre alle vittorie sportive, un’altra storia di Bartali. Quella del campione che negli anni più bui del nazifascismo salva molti ebrei dai campi di sterminio nascondendo documenti falsi nel telaio della bicicletta. Quella del giovane uomo che fa rifugiare una famiglia di ebrei nella propria cantina. Non vogliamo inserirci in una diatriba tra storici. Ma per rendere omaggio a un nostro concittadino, campione nello sport e anche nella vita. Il riconoscimento di ‘Giusto tra le Nazioni’ ricevuto da Bartali è basato su testimonianze e documenti che sono stati ritenuti solidi dallo Yad Vashem, la massima autorità in materia. Da qui l’intitolazione di questa pista ciclabile a Gino, nel Giorno della Memoria: questo è un luogo vivo, frequentato da moltissimi giovani, e vorremmo che proprio per loro Bartali continuasse a vivere come un esempio da seguire. Al nostro concittadino, al campione delle due ruote, al Giusto che salvò gli ebrei, oggi Bagno a Ripoli dice: grazie di cuore, Gino”. 
“Un grande nonno per me, un grande toscano e una persona straordinaria. Questo era Gino Bartali, una persona di una sensibilità e di una bontà straordinaria: era nella sua filosofia di vita fare del bene. Lo ha sempre fatto nel piccolo, aiutando la sua comunità, aiutando i suoi compaesani, la parrocchia, le scuole. E lo ha dimostrato anche in grande durante la seconda guerra mondiale, mettendo a rischio la propria vita e quella della sua famiglia per salvare centinaia di altre vite e centinaia di ebrei. Un grande esempio di umanità per tutti da rispettare e da portare avanti. Noi familiari siamo orgogliosi di questo riconoscimento, e continueremo a portare avanti la memoria di questo grande nonno, questo grande italiano, con tanta dedizione e tanto orgoglio”, ha dichiarato Lisa Bartali, nipote del campione. 
“Gino Bartali è stato un grande personaggio, ha salvato tante vite negli anni bui del nazifascismo. Il suo ricordo sarà di insegnamento per le nuove generazioni: lo sport può essere messo al servizio dell’umanità e intervenire salvando vite umane. Gino Bartali infatti ha unito i valori dello sport e quelli dell’umanità, del rispetto dell’altro, dell’aiuto a chi soffre. Nel suo ricordo dobbiamo lottare contro le discriminazioni ancora oggi, giorno dopo giorno, anno dopo anno”, ha dichiarato il rabbino Joseph Levi. 


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