Le Donne del Vino italiane unite a quelle del mondo per pensare a nuove strategie per il rilancio dell’enoturismo e del wine business nell’era post Covid. Un momento decisivo per le aziende del vino sempre dipiù a conduzione femminile anche nella nostra regione.
Un meeting internazionale di Associazioni al femminile che si occupano di vino che quest’anno si è svolto online a un anno esatto di distanza dalla convention in rosa promossa dalle Donne del Vino italiane a SIMEI Milano 2019. Un momento di confronto per capire come i vari Paesi e le Donne del Vino stiano vivendo l’emergenza pandemica, che ha inflitto un duro colpo a tutto il settore vino non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
«È tempo di rimboccarsi le maniche e pensare a come ripartire e con quali iniziative nel 2021 – dice Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino – Aver creato una rete di Donne del Vino ci dà una visione internazionale e ci aiuta a pensare nuovi scenari per l’anno che verrà. Stiamo già lavorando a un grande evento mondiale, a marzo, che unirà idealmente tutte le donne che producono e si occupano di vino».
Rappresentate undici Nazioni del mondo: ogni associazione ha raccontato, non solo la propria esperienza, ma ha fornito alcuni dati significativi sull’economia del mondo del vino e del turismo enogastronomico. Vediamo nel dettaglio.
Australia – Leaustraliane di The Australian Women in Wine Awards – run by The Fabulous Ladies’ Wine Society che si sono dette «molto scoraggiate». Sono aumentate molto le vendite on line di vino, ma l’epidemia di Covid rischia di creare grossi problemi in vendemmia e non sanno ancora se le autorità australiane consentiranno la raccolta manuale a gennaio. Hanno avuto un solo lockdown nazionale ma alcune regioni hanno dovuto chiudere una seconda volta. Le restrizioni sono ancora in vigore e i confini australiani sono chiusi a tutti i viaggiatori se non per comprovate necessità. Gli ordini diretti alle aziende vitivinicole sono crollate mentre le vendite dirette ai consumatori sono aumentate.
Georgia – Difficile il mercato anche per le produttrici georgiane. La Georgian Association of Women Winemakers racconta che hanno avuto un boom enoturistico nel 2019 che si è arrestato con l’arrivo del coronavirus. Il calo delle vendite di vino è stato dal 30% al 50% mentre il turismo del vino ha avuto una flessione di oltre il 50%
Argentina – Le argentinedi A.MU.V.A. si sono presentate in gruppo in un’enorme arena tutta rosa: in estate, hanno portato avanti le loro attività con degustazioni e workshop on line; a luglio hanno fatto un brindisi virtuale per celebrare l’anniversario dell’Associazione. Il lockdown è stato molto difficile, ristoranti e bar sono stati chiusi per un periodo, le vendite in cantina sono diminuite del 30% mentre il turismo vitivinicolo ha subito un calo di più del 50%.
Francia – Le più scoraggiate le Femmes de Vin: il lookdown è stato terribile per il wine business e il vino veniva venduto quasi solo al supermercato e consumato dai francesi. Un grande aiuto per le cantine è stata la distillazione e il declassamento dei vini in tipologie più semplici. La seconda ondata del Covid è stata la peggiore e i ristoranti rimarranno chiusi anche a Natale.
Germania – Organizzatissime le tedesche di Vinissima che hanno messo in campo come le italiane moltissimi progetti. Le cantine possono vendere ma non offrire degustazioni. I consumatori bevono vino soprattutto a casa. Vinissima ha organizzato delle degustazioni on line aperte a tutti con Master of Wine e personaggi di rilievo del mondo del vino che commentano le bottiglie delle donne del vino. Hanno organizzato anche un forum on line sul wine business al femminile.
Nuova Zelanda – Le Women in Wine NZ hanno dovuto cancellare gli eventi ed è stato impossibile convertirli on line. Ma una notizia è positiva: per la prima volta, nel premio per i giovani enologi, ci sono molte donne. Inoltre, riferiscono del successo ottenuto dal turismo in campagna e a contatto con la natura, nelle terre del vino, perché è considerato quasi una cura contro la depressione causata dal lookdown. Hanno avuto due blocchi il primo di circa 8 settimane e un secondo di 3 settimane ma circoscritto ad alcune zone. In nuova Zelanda sono state condotte molte campagne a sostegno dei prodotti nazionali, la perdita di vendite nell’esportazione è stata in parte recuperata dagli acquirenti locali. Anche per il turismo si è lavorato molto sul cercare di incrementare quello locale.
Austria – L’associazione 11 Frauen und Ihre Weine riferisce che hanno avuto grande successo le vendite dirette che in qualche caso sono avvenute mettendo le scatole di vino all’esterno delle cantine per evitare i contagi. Lo shopping e gli eventi sono stati convertiti on line o in situazioni inedite come le librerie. Hanno avuto due lock down, il primo dal 13 marzo al 15 maggio e il secondo è iniziato il 4 novembre. Le vendite in cantina sono diminuite meno del 30% stesso risultato per il turismo vitivinicolo. Purtroppo il turismo nelle grandi città come Vienna e Salisburgo è diminuito dell’80%.
Croazia – Le WOW – Women on Wine sono riuscite a organizzare comunque gli eventi e in particolare quelli riguardanti i vitigni autoctoni, mettendo in atto precauzioni e controlli sanitari dei partecipanti, È stato possibile fare attività dal vivo solo in estate, il resto è stato spostato on line. I membri della loro associazione sono aumentati e ora sono circa 200. Per quanto riguarda il lock down nonostante ci sia stato un blocco di un paio di mesi il turismo del vino è calato dal 30% al 50%.
Cile – Fortissimo impatto da Covid dove stanno cercando di sviluppare il turismo del vino e l’e-commerce. L’Asociación Mujeres Del Vino Chile (MUV) spiega che ora il turismo verso il Cile si è fermato del tutto. Il governo sta finanziato i protocolli sanitari e una nuova campagna intitolata “Se vai in una vigna” e gli eno-tickets. L’associazione ha aumentato i membri adesso riunisce 92 donne del vino, il secondo anniversario dell’associazione viene celebrato on line con una piattaforma che serve per vendere vino ma anche per dare opportunità di lavoro. Il piano di prevenzione attuato da parte del governo cileno è stato chiamato “Step by step” e prevede 5 fasi in base alle problematiche regionali che vanno dalla quarantena all’apertura avanzata. I grandi focolai si sono sviluppate nelle grandi città. Le vendite sono diminuite del 30%, quelle direttamente nelle cantine anche del 60% mentre il turismo del vino è drammaticamente calato ben oltre il 50%.
Perù – Nelle grandi città come Lima e Ica (grande polo vitivinicolo) non c’è stato un calo delle vendite anzi le produttrici che hanno le aziende vicino a queste città si sono organizzate molto bene con la vendita on line. Mentre nei piccoli comuni, nelle vallate lontane dai grandi centri la situazione è disastrosa anche perché in alcune zone non ci si riesce a collegare a internet e questo ha penalizzato sia le vendite on line che le degustazioni on line, anche se il covid a oggi non è arrivato. Ora in Perù è estate c’è un po’ di turismo locale ma la situazione della pandemia è disastrosa e a breve chiuderanno tutto.