La Regione Toscana aveva recentemente emesso un’ordinanza per “acquistare”, con la corresponsione di un equo indennizzo o attraverso la stipula di contratti, posti letto per persone positive al Covid19 nelle strutture della sanità privata, ma per i datori di lavoro questo non bastava ancora.

Apprendiamo che la giunta regionale Toscana ha deliberato la copertura del 50% dei costi derivanti dagli incrementi contrattuali per il personale dipendente della sanità privata convenzionata con le aziende sanitarie toscane, ultimo passaggio previsto dall’intervento che Ministero della Salute e della Conferenza Stato-Regioni hanno sostenuto per arrivare alla firma del Contratto nazionale dopo anni di mobilitazione sindacali, scioperi, presìdi e manifestazioni. Ora non ci sono più scuse da parte dei datori per non applicare in pieno il Contratto nazionale alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità privata, che il Sistema Sanitario Regionale pubblico chiama a fronteggiare nella lotta all’emergenza sanitaria.

Non è possibile continuare a mettere il profitto privato davanti al valore delle professionalità e al servizio pubblico che queste lavoratrici e lavoratori contribuiscono a erogare, sostenuti da risorse pubbliche. Lavoratrici e lavoratori che già dalla retribuzione di ottobre avrebbero dovuto vedersi riconosciuti aumenti e progressioni, applicando un contratto che restituisce dignità riequilibrando i diritti, le tutele e i salari, portandoli al livello dei colleghi della sanità pubblica. Nelle ultime settimane abbiamo inviato diffide alla maggior parte delle strutture del territorio metropolitano che non avevano ancora applicato pienamente il Contratto nazionale, non riconoscendo tutti gli istituti contrattuali (economici e normativi) né gli avanzamenti dovuti.

Un ulteriore rifiuto da parte delle associazioni datoriali, visto l’impegno economico della Regione Toscana, porterà alla nostra richiesta di revoca degli accreditamenti e delle convenzioni, alla ripresa della mobilitazione sindacale e delle vertenze in Tribunale per il rispetto del contratto sottoscritto. Così come nel caso in cui qualcuno tentasse di disdettare il contratto, passando a contratti pirata, non solo non riconoscendo l’avanzamento ma addirittura arretrando su diritti e salari riconosciuti. Riteniamo che ci siano tutte le condizioni per chiudere questa annosa vertenza nell’interesse dei lavoratori coinvolti (un migliaio circa tra Firenze e provincia) ma anche della collettività tutta.


La Regione predisponga immediatamente un piano di intervento per arrestare la diffusione della vespa velutina che sta creando danni all’apicoltura Toscana.

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