Le scriventi OO.SS. unitamente alle RR.SS.AA del Teatro devono, con rammarico, prendere atto della determinazione assunta dalla Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, presumibilmente con l’approvazione dell’intero Consiglio di indirizzo, di ricorrere all’utilizzo dello strumento del FIS già nel corrente mese di Dicembre e, a seguire, dal prossimo mese di gennaio 2021 per due settimane al mese e fino a quando il pubblico non potrà tornare in teatro. Già abbiamo avuto modo di contestare e argomentare la nostra contrarietà a questa ipotesi durante l’incontro con il Presidente della Fondazione, il Sindaco di Firenze Dario Nardella, e la Direzione della Fondazione che si è tenuto in modalità telematica il 2 dicembre u.s.
Tale decisione, giustificata con la difficoltà di sostenere economicamente una programmazione che non preveda la possibilità di una presenza di pubblico di almeno 700/800 spettatori, si traduce per i lavoratori nella certezza di una pesante decurtazione salariale che presumibilmente li condizionerà, ad essere ottimisti, per i prossimi sei mesi. E nella impossibilità per tutta la comunità di avere viva e alimentata quella indispensabile funzione sociale di promozione e diffusione di cultura che il teatro musicale svolge e deve svolgere pur in un momento di grande difficoltà. Funzione per la quale sono impiegate appositamente e giustamente ingenti risorse pubbliche. Molte altre Fondazioni lirico sinfoniche, pur condividendo le stesse limitazioni operative, stanno comunque proseguendo la propria attività con una riprogrammazione compatibile alle condizioni date e, nel farlo, ricorrono allo strumento della diffusione radio/televisiva e allo streaming. A nostro avviso e per nostra esperienza e competenza, la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è, al pari delle altre Fondazioni, nelle condizioni di potere realizzare un progetto di diffusione di spettacoli in streaming pressoché esclusivamente con risorse materiali e professionali proprie, quindi a costi irrisori.  Pertanto hanno chiesto e chiedono alla Direzione della Fondazione, al Presidente e a tutto il Consiglio di indirizzo di procedere ad una tempestiva riprogrammazione delle attività produttive che tengano conto della situazione attuale, quantomeno quale ipotesi di riserva nel caso si protraessero condizioni sfavorevoli alla riapertura al pubblico dei Teatri, che utilizzi gli strumenti di comunicazione sopra menzionati (trasmissioni radio/televisive, streaming…) e scongiuri in modo netto l’ipotesi di una cessazione o una interruzione dell’attività del Teatro e, parallelamente, la discontinuità lavorativa per i suoi dipendenti. E’ innegabile che da parte dei lavoratori del Teatro, in questi mesi e in questi anni, non sia mai venuta meno la disponibilità ad affrontare le diverse difficoltà con grande senso di responsabilità, nonostante i mancati rinnovi contrattuali che si protraggono da quasi 20 anni e le pesanti penalizzazioni economiche subite dal periodo del commissariamento del 2013. Nella malaugurata ipotesi che la dirigenza della Fondazione persistesse nella conferma della decisione gestionale e produttiva annunciata, e quindi si accingesse a mettere i propri dipendenti in cassa integrazione per due settimane al mese per i prossimi mesi, le scriventi OO.SS. non avrebbero altra scelta se non quella di contrastare in ogni modo legittimamente consentito – nessuno escluso – tale infelice determinazione.


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