205 opere tra ritratti, raffigurazioni di animali e paesaggi: quasi mezzo secolo di produzione creativa dell’autore che costituisce un fondamentale contributo per lo studio e la documentazione dell’ambiente artistico-letterario della Firenze della prima metà del Novecento

Il direttore delle Gallerie Eike Schmidt: “donazione di particolare significato, che suggella il rapporto tra letteratura e arte”

Oltre duecento disegni dello scrittore e disegnatore toscano del Novecento Bino Sanminiatelli: l’importante gruppo di opere del fondatore della rivista futurista Noi, nel 1917, è stato donato con lascito testamentario dalla figlia dell’artista, Carla Sanminiatelli, alle Gallerie degli Uffizi. 

L’insieme di 205 disegni copre un arco di tempo che va dagli anni Dieci agli anni Cinquanta del Novecento. Insieme ai fondi Sanminiatelli del Gabinetto G.P. Vieusseux, dell’Archivio Contemporaneo ‘A. Bonsanti’ e della Fondazione Primo Conti, la collezione di grafica appena giunta al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi costituisce un fondamentale contributo per lo studio e la documentazione dell’ambiente artistico-letterario della Firenze della prima metà del Novecento. 

L’ampia produzione di Bino Sanminiatelli scrittore si sviluppa in tre differenti momenti stilistici: quello realista toscano dei primi racconti, quello più elaborato dei romanzi della maturità e quello diaristico-memorialistico. Una suddivisione, questa, che trova un corrispettivo nell’evoluzione della sua produzione grafica. Pur nella costante trascrizione della realtà, lo stile grafico degli anni Dieci, con le sue semplificazioni formali perfettamente in linea con le coeve riflessioni avanguardistiche, lasciarono in seguito il passo, negli anni Venti e Trenta, ad una maggiore solidità compositiva e ad una più profonda e attenta introspezione psicologica, in sintonia con la poetica del ‘Ritorno all’ordine’ che, nel campo delle arti figurative, si affermava negli stessi anni. Non a caso Bino, dopo l’infanzia trascorsa a Perignano (Pisa) e l’esperienza liceale romana si stabilì a Parigi, entrò a far parte del movimento futurista, fondando nel 1917 con Enrico Prampolini la rivista internazionale “Noi”, e pochi anni dopo ebbe rapporti con i dadaisti di Zurigo e Tristan Tzara. 

Sanminiatelli affiancò l’attività di disegnatore a quella di scrittore fino al 1938, per poi decidere di dedicarsi principalmente alla letteratura. Riprese però a disegnare all’inizio degli anni Cinquanta, quando annotò in uno dei suoi Diari: “Ho provato a prendere oggi una matita con ansia, con terrore e anche con stupore. Lo confesso: mi sono stupito con competenza”. 

L’ingente gruppo di fogli da poco entrato nella collezione delle Gallerie –comprendente ritratti, raffigurazioni di animali e schizzi di paesaggi – offre una tangibile testimonianza di tutte le fasi creative di Sanminiatelli. Si tratta della terza importante donazione della quale gli Uffizi hanno beneficiato nel corso di quest’anno. A marzo era giunta al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe la raccolta di disegni antichi e acqueforti di Carlo Pineider, membro della famiglia che lanciò lo storico marchio fiorentino di articoli di lusso di cancelleria e pelletteria; appena quattro mesi dopo, a luglio, con il lascito dello storico dell’arte Carlo Del Bravo sono entrate a far parte del patrimonio di tesori del museo 455 opere tra dipinti, disegni e sculture dal XVI al XXI secolo. “Il mecenatismo è nel DNA di questa città,” commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “e lo dimostra anche questo importante lascito che chiude il 2020: una donazione di particolare significato non solo per gli Uffizi, ma per Firenze e la sua storia. Con i disegni di Sanminiatelli si suggella il rapporto tra letteratura e arte, in nome di una sublime toscanità che rimane, grazie al generoso gesto della figlia, un patrimonio a disposizione di tutti”.


Via Faentina: chiusura notturna per asfaltatura

Migliore tesi: 15 borse di studio a neo laureati e neo specializzati