Gli atti respinti dall’aula chiedevano misure economiche ulteriori per i settori colpiti e finanziamenti a sostegno dei Comuni, anche per azzerare tariffe e tasse locali

Sono state respinte dall’aula quattro proposte di risoluzione presentate dal gruppo Lega. Gli atti di indirizzo erano collegati alla comunicazione sull’emergenza sanitaria per il Covid-19 e le ricadute sul sistema economico e sociale, fatta dal presidente della Giunta regionale Eugenio Giani il 28 ottobre scorso. La prima proposta chiedeva di prevedere una serie di misure economiche ulteriori a sostegno dei settori colpiti dalle ricadute della crisi sanitaria, fra cui prolungare la moratoria dei mutui e dei leasing fino almeno al 30 aprile 2021, prorogare e ridurre il credito di imposta sugli affitti, prevedere ulteriori e più efficaci misure di risarcimento per le attività costrette a fermarsi. Il Consiglio l’ha respinta con 23 voti contrari e 10 favorevoli.

Illustrando l’atto all’aula Elena Meini (Lega) ha sottolineato la necessità di “alzare l’attenzione nei confronti delle aziende e del mondo del lavoro” e “di dare un segnale di sostegno forte”, visti i numeri drammatici della crisi economica anche in Toscana, dove il 70 per cento delle imprese rischia di non sopravvivere a un altro lockdown. Silvia Noferi ha annunciato il voto contrario del Movimento 5 stelle, citando i numerosi interventi già messi in atto dal governo nazionale negli ultimi anni; voto contrario è stato annunciato anche da Massimiliano Pescini per il Partito democratico, il quale ha sottolineato che “la proposta contiene alcuni aspetti che condividiamo, ma molti altri che non sono assolutamente condivisibili” e ha osservato che sarebbe più opportuno discutere questi atti nelle varie commissioni competenti.

Proposta che è stata respinta da Elisa Montemagni (Lega), anche perché “le commissioni non sono ancora state costituite”. Alessandro Capecchi (FdI), insistendo sulla necessità di sostegno diretto e liquidità alle aziende per permettere loro di sopravvivere, ha chiesto chiarimenti sul ruolo e sul tipo di rapporto che avranno con il Consiglio regionale i consiglieri esterni nominati dal presidente della Giunta, fra i quali colui che si occupa di crisi aziendali.

La seconda risoluzione è stata respinta con 22 voti contrari e 12 voti favorevoli. In questo caso si proponevano finanziamenti a sostegno di Comuni e per azzerare tariffe e tasse locali. Nello specifico, si impegnava la Giunta “ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale affinché siano previsti finanziamenti significativi per gli enti locali così da poter garantire la sostenibilità dei bilanci locali, messi a dura prova dalle oggettive minori entrate derivanti dal primo lockdown”; e, inoltre, “a prevedere, anche con il supporto del governo nazionale, finanziamenti agli enti locali così da consentire l’azzeramento delle tariffe e delle tasse locali che hanno ricadute sulle famiglie, imprese e attività produttive”.

Come ha commentato Elisa Montemagni (Lega), durante l’illustrazione dell’atto, “dare più fondi ai Comuni è necessario, perché altrimenti, se devono aiutare le attività economiche, saranno costretti a tagliare i servizi”. Massimiliano Pescini (Pd) ha annunciato voto contrario giudicando la proposta “strumentale” e sottolineando che i finanziamenti agli enti locali “non sono elargizioni liberali ma atti che servono a dare risposte ai cittadini”. Voto contrario annunciato anche da Silvia Noferi (M5S), mentre Alessandro Capecchi ha assicurato il voto favorevole di Fratelli d’Italia. “Se saltano gli enti locali salta tutto”, ha commentato, sottolineando necessità di pensare alla ripartenza puntando su settori strategici come quelli fieristico e termale.

Respinta anche la proposta di risoluzione, sempre presentata dal gruppo della Lega, che prevedeva una serie di interventi per il rafforzamento del Trasporto pubblico locale. La risoluzione è stata illustrata in Aula dal consigliere Marco Landi. “Abbiamo cercato di presentare più atti nella speranza che il Consiglio accolga in maniera positiva le nostre proposte, che non sono tendenziose o di bandiera. Riguardo al Trasporto pubblico locale, facciamo riferimento a degli impegni affinché ci si attivi per le assunzioni per l’incremento del servizio Tpl, che non siano di natura interinale, al fine di garantire un servizio calibrato sulle nuove necessità. Chiediamo maggiore cadenza delle corse e integrazione con servizio taxi attivando specifiche convenzioni. E sul sistema aeroportuale riteniamo necessaria la salvaguardia dei posti di lavoro a seguito del calo di circa il 70 per cento dei passeggeri e del fatturato che ha perso circa 9milioni di euro”. Il gruppo della Lega ha accolto anche un emendamento proposto dal Movimento 5 stelle, che come ha spiegato Silvia Noferi, condivide il dispositivo, “però chiediamo che il controllo sui mezzi non venga fatto dalla polizia municipale, ma da apposito personale”.

Voto contrario ha annunciato invece il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli: “Ci troviamo di fronte alla richiesta di un effluvio di provvedimenti, alcune richieste sono anche condivisibili, come l’utilizzo dei 10milioni già stanziati per Toscana Aeroporti al fine di salvaguardare i posti di lavoro. Altre misure sono già state messe in atto dalla Regione e troppe sono le imprecisioni”.

Appoggio alla proposta di risoluzione è arrivato invece da Fratelli d’Italia, come ha spiegato il consigliere Alessandro Capecchi: “La vicenda del trasporto pubblico in Toscana è una storia molto discussa, alcune pagine sono ancora da scrivere e nel mezzo ci sono rimasti gli enti locali. I nostri territori manifestano sempre più difficoltà, faccio riferimento al territorio di Pistoia, dal quale provengo”. In particolare, il consigliere si sofferma sulla necessità di colmare “il digital divide, perché ci sono ampie zone sostanzialmente prive di un segnale adeguato. La nostra proposta è che la Regione aiuti gli enti locali a migliorare i sistemi di valutazione dello smart working”.

Il Consiglio ha respinto, infine, la risoluzione, prima firmataria Elisa Montemagni ed illustrata da Andrea Ulmi, sulla riorganizzazione delle strutture sanitarie, alla luce dell’emergenza Covid. In particolare nel testo si faceva riferimento alle difficoltà operative nelle zone marginali, alla carenza di medici anestesisti e rianimatori, alle difficoltà del sistema di tracciamento (tamponi), alla necessità di fare interagire le piattaforme informatiche, l’utilizzo e l’aggiornamento del fascicolo sanitario elettronico.

“La Toscana ha fatto molto meglio della Regione Lombardia – ha replicato Vincenzo Ceccarelli (Pd) – Negli ultimi anni sono stati realizzati 9 ospedali, istituite le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), distribuiti gratuitamente 60 milioni di mascherine, abbiamo introdotto per primi i test seriologici distribuendoli nelle categorie a rischio. Saltati i blocchi a livello nazionale, sono stati assunti mille infermieri. Siamo disponibili a discutere cosa resta da fare nelle sedi opportune”.


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