Un contributo una tantum alle associazioni culturali che nel periodo del lockdown non hanno esercitato la loro attività perché costrette alla chiusura. La giunta ha approvato il bando per erogare un contributo economico a sostegno dell’onere di locazione per le sedi delle associazioni culturali senza fine di lucro e destinate esclusivamente alle attività di scuole di formazione artistica (danza, teatro, musica, arti figurative).

 “La pandemia da Covid-19 ha inciso pesantemente sull’intero sistema economico locale, condizionando in modo negativo anche le attività del mondo dell’associazionismo. Le attività culturali sono state sospese e interrotte a causa dell’emergenza, con gravi ripercussioni sui bilanci delle associazioni che hanno causato mancati pagamenti dei canoni di locazione delle sedi destinate alle attività di formazione e spettacolo” si legge nelle premesse della delibera approvata in giunta.

Da qui la decisione di stanziare la somma di 50 mila euro con l’obiettivo proprio di far fronte al pagamenti dei canoni di locazione. Ne possono beneficiare associazioni legalmente costituite con sede nella Provincia di Pisa che hanno regolare contratto di affitto per immobili o sedi ubicati nel Comune di Pisa e rimasti chiusi nella fase 1 e nella 2 dell’emergenza Covid-19, ossia dal 9 marzo al 14 giugno 2020.

 Il contributo, che sarà possibile chiedere anche per canoni di leasing o concessione, sarà erogato ai proprietari a compensazione dei canoni non percepiti durante la fase emergenziale.

Intervento dell’assessore alla Cultura Pierpaolo Magnani: «Il drammatico momento che stiamo purtroppo ancora vivendo, iniziato nello scorso mese di febbraio, ha influenzato fortemente, come era giusto che fosse, le mie scelte sulla destinazione dei fondi a mia disposizione. Ho creduto fosse doveroso correre in aiuto, nei limiti di quello che mi era possibile, di quelle categorie che dalla situazione inconsueta e gravissima che si era creata stavano subendo il danno maggiore. Mi riferisco soprattutto a quei lavoratori, perché di lavoratori veri e propri si tratta, a differenza di quello che spesso purtroppo nel nostro paese è diffuso nel sentire comune, che vivono di arte. Rubando una frase che proprio oggi ho ascoltato proferire da una grande artista pisana, Petra Magoni, il solo fatto che chi vive di arte “si diverta lavorando”, non rende meno faticoso, nobile e degno di attenzione il suo operato. Anzi! Gli artisti, peraltro, sono quelli che ci regalano alcuni dei momenti migliori delle nostre giornate, dopo che magari le abbiamo trascorse facendo un lavoro che non ci piace, e quindi tutta la nostra società deve essere grata a loro. E loro, nelle mie intenzioni, dovevano essere i primi beneficiari di quello che io avrei dovuto fare».

«Pertanto ho stanziato in due tranche la somma complessiva di 100.000 euro per  permettere lo svolgimento di un festival che,  rispettando tutte le regole che la legge ed il buon senso richiedevano in questo momento, desse l’occasione agli artisti del territorio di lavorare e di guadagnare attraverso la propria arte almeno il corrispettivo di una serata. Contemporaneamente si è permesso di lavorare anche a maestranze dello spettacolo, tecnici fonici macchinisti che anch’essi sono a pieno titolo da considerarsi lavoratori dello spettacolo».

«Dopodiché ho pensato ad un contest video stanziando per esso 65.000 euro, sempre rivolto agli artisti professionisti del territorio. Ci sono 28 artisti pisani i cui lavori sono stati valutati ammissibili da una commissione a ricevere un premio di 1.000 euro a testa. Parallelamente però ho pensato comunque anche alle associazioni, predisponendo un bando con uno stanziamento di 50.000 euro di aiuti sugli affitti per le associazioni che svolgono un’attività di formazione nei campi musicale, teatrale e della danza oppure ospitano spettacoli dal vivo. Ed anche qui “la ratio” è stata: sono associazioni, ma danno lavoro ad insegnanti ed artisti che prevalentemente sono dei professionisti dello spettacolo».

«Infine, grazie alle economie sul contest video e su altre voci, ed ad un incremento di fondi da me ottenuto, verranno erogati contributi diretti ed ordinari, questi ultimi attraverso il consueto bando di contributi per le associazioni culturali, che erogheranno una cifra di circa complessiva di oltre 100.000  euro, ponendo un’attenzione a chi in questi mesi è riuscito a lavorare virtuosamente nonostante i grandissimi limiti imposti».

«Complessivamente i fondi stanziati per l’aiuto al settore saranno nel 2020 di circa 300.000 euro. Per quanto attiene le polemiche sollevate strumentalmente dalle opposizioni in questi giorni, ci tengo a sottolineare una volta in più che la lentezza con cui tali somme arriveranno ai beneficiari non sono da imputarsi agli uffici che svolgono con abnegazione il proprio lavoro, ma alla farraginosità che la legge prevede, per ogni atto amministrativo che io da cittadino e da amministratore ho il diritto di giudicare eccessiva sempre, ed ancor più in un momento di emergenza come questo in cui la rapidità degli interventi sarebbe vitale. Un’ ultima considerazione per quanto riguarda i canoni alle associazioni che operano in edifici di proprietà comunale. Nella commissione del 28 ottobre. L’errore che ho commesso è stato di rispondere, per puro spirito di collaborazione, ad una domanda che mi è stata impropriamente posta, in quando riguardante argomenti che non mi competono. Ho risposto sulla base di informazioni ufficiose che mi erano state date da fonti che ritenevo attendibili, ed ho commesso un errore nei confronti della scuola Buonamici con la quale mi sono già scusato direttamente e alla quale rinnovo le mie scuse in questa sede. Tranne che per quest’ultimo errore posso affermare di essere totalmente  orgoglioso del mio operato e di sottoscrivere ogni decisione presa e chiedo a chi le contesta di portarmi esempi di comuni che in tal senso hanno operato in modo più virtuoso, disponibile ad accogliere ogni idea proficua per il settore e per la città».


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