Nuovo confronto Governo-Regioni sulle misure per contenere l’epidemia Covid: il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia ha convocato per questa mattina alle 10 un vertice con Regioni, Anci e Upi. All’incontro parteciperanno anche il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi e il commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, e, in video-collegamento il ministro della Salute, Roberto Speranza, la ministra della Scuola, Lucia Azzolina, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.
Orari scaglionati per la scuola; palestre chiuse; stop a bar e pub dalle 21, ai ristoranti dalle 23 o 24. Non basta un confronto lungo oltre tre ore del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e i ministri Roberto Gualtieri e Francesco Boccia, per definire le misure anti contagio da Covid che entreranno nel nuovo dpcm. Serviranno un altro confronto con le Regioni e i Comuni e una discussione finale nel governo, prima che Conte – probabilmente nella serata di domenica – annunci al Paese la nuova stretta. Al termine di una discussione che fonti di maggioranza definiscono “assai tesa”, manca una sintesi ancora su diversi aspetti, per i quali decisivo sarà il confronto con gli enti locali: dallo stop a fiere e congressi, all’ipotesi di vietare di consumare alcolici in piedi fuori dai locali dalle 18. La nuova stretta dovrebbe puntare, come suggerito anche dal Cts, sullo smart working e sullo scaglionamento degli orari delle scuole superiori, con l’ipotesi di ingresso alle 11 e una quota di didattica a distanza per alleggerire i trasporti (ma non si esclude neanche una riduzione della capienza massima degli autobus). Dovrebbe esserci anche lo stop agli sport di contatto dilettantistici e – ma ancora non c’è certezza – la chiusura di palestre e piscine. Si punta inoltre su una spinta al tracciamento dei contagi, sollecitata dagli esperti. Continua a dividere il pacchetto delle misure anti movida e una possibile forma di “coprifuoco”. Al termine del vertice serale a Palazzo Chigi il punto di caduta sembra essere la chiusura di bar e pub alle 21, ristoranti alle 24, per non pesare su un settore già in grande sofferenza. Ma dal governo invitano alla cautela nelle indiscrezioni: c’è chi continua a spingere per misure ancora più dure, soprattutto nel weekend. E chi, come Italia viva, è contro le nuove chiusure e tiene alta la guardia: nonostante la smentita di diverse fonti di governo, i renziani non escludono che fino all’ultimo possa tornare sul tavolo l’ipotesi – da loro osteggiata – di uno stop a parrucchieri e centri estetici.
(fonte Ansa)