Nel Museo Diocesano di Massa (Ms), domenica 4 ottobre ultimo giorno per visitare la mostra retrospettiva “Omne vivum ex ovo” dedicata all’artista Iginio Balderi (Pietrasanta 1934 – Milano 2005), scultore riconosciuto a livello internazionale per la ricerca formale sempre all’avanguardia e che ha vissuto tra la Versilia, Milano e gli ultimi anni in Olanda. La mostra, curata da Mauro Daniele Lucchesi e organizzata dall’Associazione Quattro Coronati di Massa insieme all’Archivio Iginio Balderi, presenta 15 sculture in bronzo, fibra di vetro e marmo, che ripercorrono in parte la sua vita artistica. Da “Giocolieri” opera in bronzo del 1959, alle più recenti “Spirale” opera in marmo del 1980, “Città” sempre opera in bronzo del 1990, fino ad alcune opere di grandi dimensioni come “Eos”, tutte collocate nello splendido giardino ottocentesco, nell’androne del Palazzo e nelle sale del museo. Nel loro silenzio queste sculture “raccontano la presenza umana” in dialogo con i capolavori di arte sacra presenti nel Diocesano: da Jacopo della Quercia a Bernardino Del Castelletto, offrendo una visione davvero particolare, suggestiva e inedita delle opere di Balderi. Sculture a cui il passare del tempo non ha tolto loro l’attualità, la contemporaneità della forma e del significato, apparentemente semplici nel loro estetismo. Queste immagini stilizzate catturano lo spettatore con il loro fascino misterioso risvegliando il segno primordiale della forma pura ed essenziale; l’uovo, la spirale, la città, il totem, simboli archetipici che affondano le radici nella storia dell’uomo e che Balderi rielabora, con una sperimentazione formale, rigorosa, volta alla ricerca di un simbolismo universale. Partendo da forme naturali (lo stelo flessibile delle piante, le canne, l’uovo), la manipolazione creativa dell’artista ne ha estrapolato i dati formali applicandoli alle proprie esigenze funzionali ed espressive. La mostra “Omne vivum ex ovo” è aperta ad ingresso libero al Museo Diocesano di Massa (Ms), Via Alberica 26, fino a domenica 4 ottobre tutti i giorni dalle ore 21 alle 24. Durante la visita secondo le norme anti Covid, obbligatoria la mascherina e il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Info: tel 0585499241, Associazione Quattro Coronati: tel. 3791855725, e-mail: a.q.coronati@gmail.com e pagina Facebook: Associazione Quattro Coronati.

Ufficio stampa agenzia iLogo: Fabrizio Lucarini, tel. 3407612178, e-mail: press@ilogo.it

Iginio Balderi biografia

Iginio Balderi, nato nel 1934 a Pietrasanta, scomparso a Milano nel 2005, è stato un artista che merita una riscoperta e una rilettura attenta. Diplomato nel 1959 all’Accademia di Brera con il grande maestro Marino Marini, nel corso degli anni Sessanta percorre la ricerca formale relativa all’archetipo della colonna, che culmina, nel 1969,con l’opera “Eos”. Sempre in quell’anno si ricorda una straordinaria mostra di Balderi a Monticchiello nel senese con le sue opere esposte in varie parti dell’antico borgo. Nel 1970 inizia una nuova opera inerente alla forma ovoidale che prosegue per tutta la prima metà dello stesso decennio. Nel 1974 verifica questa ricerca con la mostra “Sette variazioni sul tema” allo Stedelijk Museum di Amsterdam, poi trasferita in varie gallerie pubbliche, tra cui il Museo d’Ixelles a Bruxelles e il Museo Lehmbruck di Duisburg. La fase più recente della ricerca dell’autore si e’ orientata, a partire dal 1976, verso un nuovo segno iconico: la spirale, realizzata soprattutto in marmo o pietra. Tale esperienza viene proposta in varie mostre personali: tra queste emergono quelle tenute nella Galleria “Schoeller” di Dusseldorf, “Dabbeni” di Lugano, alla Galleria d’Arte Moderna di Forte dei Marmi e alla Galleria Stendhal di Milano. Nel 1989 espone in corso Vittorio Emanuele nel “Percorso della Scultura” a Milano. Una delle sue grandi esposizioni e’ stata quella a Palazzo Sertoli a Sondrio nel 1992. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche fra cui il Museo d’Arte Moderna di Dallas; il Museum van Elsene a Bruxelles; il Wilhelm Lehmbruck Museum di Duisburg; il Giardino d’ingresso del Museo Kranenburgh di Bergen. Ha sempre mantenuto costanti rapporti con la Versilia dove ha realizzato opere presso i laboratori di Diego Balderi, Bertozzi, Frediani e Viti, le Fonderie Mariani e Tesconi a Pietrasanta e il laboratorio Cav. Giovanni Beretta a Carrara.


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