Questo è il grido di allarme lanciato da un agricoltore della Valdichiana sui social:
Domani arriveranno i miei operai specializzati  che lavorano da me da 16 anni esattamente con 78 giorni di ritardo dalla data di inizio lavori . Grazie al ministro Bellanova che ha vietato i corridoi verdi e ci ha costretto a non poter lavorare o ad assumere degli incapaci . Grazie Bellanova Lei di agricoltura non ne sa proprio nulla , i danni che ho avuto adesso me li paga Lei?”

La domanda nasce spontanea cosa ha davvero spinto il Ministro Bellanova a mettere in atto misure che invece di aiutare la nostra agricoltura hanno creato problemi. Il caso dell’Azienda Agricola Rampi di Pietro ed Elisa Rampi non è il solo in Italia. Un’azienda che ha subito le ingiurie del tempo atmosferico sempre più imprevedibile (quest’anno una grandinata ha distrutto la produzione di triticale destinato alla produzione di biomasse, danneggiato le coltivazioni dei pomodori e colpito quella di cocomeri) che da anni da lavoro a persone formate negli anni perché doveva rinunciare’

La prova è stata fatta ma il lavoro svolto da un non specializzato ( e spesso a detta del proprietario) anche poco interessato alla materia che va trattando crea disagio anche tra i dipendenti non stagionali che devono sobbarcarsi un lavoro superiore proprio per sopperire a queste mancanze di preparazione a fronte di una busta paga quasi uguale.

Aziende agricole da tutelare ce ne sono molto nel nostro paese, aziende che caparbiamente, nonostante l’abbassamento dei prezzi in agricoltura dovuto ad un mercato ormai “malato”, continuano a resistere tramandando di padre in figlio ( in questo caso figlia) un’esperienza che linfa vitale della nazione.

Aziende “intelligenti” che diversificano il prodotto per andare non solo incontro alle esigenze del mercato alla ricerca di prodotti diversi (dai cocomeri neri a quelli senza semi tanto per fare un esempio) ma che nello stesso tempo ritagliano nicchie di produzione locale che preservano la cultura di un territorio. L’Italia migliore si crea anche così.

Siamo il paese in prodotti agricoli spesso vengono pagati al produttore meno del reale costo di produzione. Dal grano ai pomodori, alla frutta e via dicendo. Invece di pensare a come creare altri problemi un Ministro che ha fatto il bracciante e che quindi pensa di conoscere i problemi dei braccianti deve mettersi anche nei panni di chi coltiva la terra, dal piccolo orto locale alle grandi estensioni e fare una distinzione perchè l’Italia, nonostante quel che se ne dica, è una nazione giovane, adolescente con tutte alzate di testa di questa età. E va educata, prima di tutto.

Forse sarebbe l’ora che gli italiani iniziassero a pensare partendo anche da cosa mettono nel piatto, a domandarsi il perché il paese del grano ora ha distese infinite di girasoli o perché i nostri pomodori vanno al macero come tanta frutta. Ricominciare dalle basi sarebbe utile a tutti proprio tutti, senza lacrime ma affondando le mani nella terra.

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ultimo aggiornamento: 15-07-2020


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