Una vera e propria discarica a cielo aperto è ciò che hanno scoperto i Carabinieri della Stazione di Montignoso a seguito di una segnalazione da parte di un attento cittadino. Rifiuti speciali pericolosi, costituiti da numerose lastre in fibrocemento (in parte non integre) – probabilmente contenenti amianto – sono stati abbandonati in un’area rurale di circa 1.200 metri quadrati all’interno di una proprietà privata in apparente stato di abbandono.

L’attività investigativa condotta dai militari ha tratto origine da una precisa e circostanziata segnalazione pervenuta da un cittadino, il quale aveva notato un insolito e quotidiano via vai di persone a bordo di un camion nei pressi di una ex segheria, ormai in disuso da diversi anni. Le notizie raccolte hanno quindi permesso di avviare mirati accertamenti che hanno portato al deferimento in stato di libertà di tre soggetti di nazionalità romena, tutti privi di occupazione, per i reati di “Invasione di terreni continuata e in concorso” e per “Attività di gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi”, delitto, quest’ultimo, che prevede l’arresto da uno a tre anni nonchè un’ammenda da 5.200,00 a 52.000,00 euro ed il conseguente obbligo di ripristino e bonifica dei luoghi. Durante le indagini è stato accertato che i tre soggetti, approfittando sia dello stato di abbandono in cui versa la proprietà in questione, sia dell’assenza dei relativi proprietari, in più occasioni negli ultimi due mesi, si erano introdotti illegittimamente nell’area abbandonata con il proprio furgone carico di rifiuti pericolosi, che venivano puntualmente riversati in un punto nascosto dietro un capannone. Ad operazioni concluse si allontanavano a bordo del medesimo mezzo, prestando particolare attenzione a non destare troppo sospetto, compiendo tali movimenti nei momenti della giornata in cui vi era un traffico veicolare meno intenso. Nonostante le precauzioni adottate dai tre stranieri, i loro movimenti non sono passati inosservati ad un cittadino del posto, la cui tempestiva segnalazione, corredata anche da diverse immagini fotografiche, ha consentito di risalire agli autori del reato. I successivi approfondimenti svolti dai militari su delega della locale Procura della Repubblica hanno portato all’esecuzione di alcune perquisizioni domiciliari presso le abitazioni degli indagati, ove sono stati addirittura rinvenuti gli abiti da loro utilizzati durante alcune delle manovre di scarico dei rifiuti pericolosi. Tale elemento di prova raccolto a loro carico ha fornito ulteriore conferma circa l’esatta identificazione dei responsabili dei reati in questione.


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