La strada per la ripresa passa dalla qualità e non dal turismo mordi e fuggi. la sicurezza e l’attenzione che ora si darà alle piccole imprese porterà frutti ma, se così non fosse, molte soccomberanno.
E’ questo in sintesi l’appello che le imprenditrici di Aidda rivolgono a chi deve pensare a questa ripartenza.
“Il cuore del patrimonio socio economico dell’Italia, rappresentato soprattutto dalle piccole medie imprese, rischia di scomparire” afferma Antonella Giachetti, vice presidente vicaria nazionale Aidda e presidente della delegazione Toscana. “Questo patrimonio ha bisogno, ora e subito, di sicurezza e supporto per non sparire, per non lasciare spazio ad operatori, principalmente esteri, di dimensioni globali o, peggio ancora, per non lasciare spazio alla possibile infiltrazione degli interessi della malavita organizzata”.
Le piccole imprese rischiano di scomparire, di essere cancellate da aziende estere o addirittura di lasciar spazio a infiltrazioni malavitose. E invece dovrebbero essere il motore per avviare un Rinascimento socio economico della Toscana. E’ ripartendo dalle botteghe e dalle micro imprese territoriali eccellenze artigiane, secondo Aidda – Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, che ogni territorio può giocare un ruolo rilevante nel rilancio dell’economia dopo la crisi causata dal Coronavirus, avviando al tempo stesso un sistema nuovo, più sostenibile e più attento alla qualità della vita degli individui.
Per Giachetti puntare sulle eccellenze artigiane porterebbe a moltiplici vantaggi: più prosperità del territorio, lavoratori più motivati e creativi, città più vive e più vivibili, a misura di cittadino, e un turismo più green e di qualità. “La Toscana deve fare grande attenzione a non perdere una grossa parte di tutte le aziende di eccellenza artigianale, di piccole e piccolissime dimensioni, cercando quindi di trovare risorse di supporto immediato concreto” mette in guardia Giachetti. Sostenere in questo periodo di crisi e di trasformazione, le micro imprese permetterebbe di ricollocare sul territorio le fasi produttive e di produzione di alcune tipologie di materie e semilavorati (anche attraverso la riconversione di attività a rischio di estinzione), per accorciare le filiere e rendere più resiliente il sistema nei momenti di emergenza come quello attuale. “La produzione della bottega, valorizza l’artigianalità e la toscanità, è sostenibile, è riciclabile, e mantiene le ricchezze sul territorio, aumentandone la prosperità e quindi la qualità della vita di chi ci abita e lavora”. Incentivare le botteghe artigiane significherebbe anche creare servizi per un turismo che prediliga un’esperienza “di viaggio e di conoscenza”, quindi di maggior durata e di più alta qualità, l’esatto contrario di quel turismo mordi e fuggi che implica invece elevati costi e scarsi ricavi.