Laboratori  privati offrono la possibilità di fare test a persone  asintomatiche. Sembrerebbe una buona cosa, ma andando ad approfondire vengono fuori degli  aspetti inquietanti.

La nota arriva da Potere al Popolo Toscana:


Il test, utile per screening ai fini della ricerca, lo è molto meno ai fini diagnostici, ed è la diagnosi che interessa a chi vuole essere sicuro di non infettare i propri cari!
Il  Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, il 18 Marzo, ha infatti affermato che “i test rapidi non possono sostituire il test basato sull’identificazione dell’RNA virale presente nel materiale ottenuto dal tampone rino-faringeo”.
Addirittura l’ Ufficio prevenzione e tutela sanitaria della  Regione Abruzzo ha inoltrato alla  ASL, all’ ANCI, al  Comando Carabinieri per la tutela della salute e a al  N.A.S. di  Pescara una diffida in merito alle iniziative volte all’effettuazione di test rapidi sulla popolazione asintomatica.
Abbiamo provato ad analizzare l’offerta di uno di questi laboratori: il “CUP solidale”.
Il “Cup solidale” afferma che:
Il test ha una buona capacità di rilevare le IgG. A questo proposito sottolineano che “Gli anticorpi IgG sono quelli che conservano memoria del virus e proteggono il soggetto nel caso ne venga nuovamente a contatto.” ( https://www.cupsolidale.it/prestazione/5e7b43e4da5d2/@firenze/ 30/03/2020)
-Questa affermazione è  pericolosaNon abbiamo evidenze scientifiche che assicurino che chi ha superato la fase infettiva non possa di nuovo contrarre il virus e tornare infettivo. Fidarsi di ciò che è scritto su questo sito mette a rischio sé stessi ed i propri cari.
La capacità di rilevazione delle IgM è invece inferiore, ed evidenzia una probabilità del 15% che un infetto sfugga a questo sistema diagnostico. Ciò vuol dire che si ha un’alta probabilità di ricevere una diagnosi sbagliata, col rischio di reazioni a cascata pericolose per la salute pubblica. Un buon sistema potrebbe essere quello di ripetere il test dopo 8-10gg, ma ciò non è previsto come obbligatorio dal “CUP solidale”.
Altri laboratori privati hanno offerto questo servizio nei giorni scorsi, ma non siamo stati in grado di reperirne le schede tecniche.
Riteniamo che proporre privatamente – senza alcun controllo pubblico – simili sistemi di diagnosi sia irresponsabile in un momento in cui la paura di infettare i propri cari è più che giustificata. Abbiamo infatti indagato presso i numeri di informazione dedicati alla COVID-19 (1500, 800-556060) che  non sono stati in grado di fornirci alcuna indicazione ufficiale sull’opportunità di utilizzo di questi sistemi sierologici, dimostrando come, in una situazione che richiede la massima coordinazione nella gestione dell’emergenza, i soggetti privati siano completamente autonomi e privi di qualsiasi coordinamento.
Per ora non vogliamo entrare nel merito dell’aspetto economico della questione, che ci riserviamo di approfondire in un secondo momento. E’ sicuramente un cattivo segnale, specialmente in un momento di crisi, che il test possa essere fatto a pagamento da chi se lo può permettere.  Accade addirittura che alcuni laboratori privati offrano la possibilità di fare tamponi (ossia l’unico test diagnostico sicuramente valido) a pagamento, quando i laboratori degli ospedali pubblici hanno carenza dei reagenti necessari per fare i tamponi al personale sanitario! Tutto questo accade mentre persone a rischio, anche conviventi con malati di covid-19 ora ospedalizzati, ancora aspettano di eseguire un tampone! Per noi questo ha un solo significato: speculare sull’emergenza!  https://www.lanazione.it/prato/cronaca/tamponi-coronavirus-1.5090627
Potere al Popolo! Toscana sostiene la massima centralizzazione degli sforzi: non è possibile che i laboratori privati agiscano autonomamente e senza nessun controllo, in una situazione che è già fortemente indebolita dalla regionalizzazione della sanità, che ha portato a ritardi, incongruenze e ad un ridicolo – se non fosse tragico – rimpallo di competenze tra Stato e Regioni.
Non è altresì accettabile che laboratori privati abbiano accesso a risorse che sarebbero necessarie alla sanità pubblica. Il pubblico deve poter entrare in possesso e poter gestire razionalmente tutte le risorse necessarie ad affrontare il grave momento di emergenza per garantire la salute dei cittadini, e ove si renda necessario, deve requisire tali risorse per utilizzarle prioritariamente a tutela del personale sanitario, di chi in questa crisi è in prima linea, e per rintracciare le catene del contagio, tutelando in primo luogo i cittadini più fragili. Non certo perché, chi se lo può permettere, acceda a diagnosi di dubbio valore.
Qualsiasi iniziativa privata fuori dal controllo pubblico è in questo momento un potenziale danno per la salute di tutti.
I test devono essere fatti gratuitamente, prioritariamente a chi ne ha bisogno.

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ultimo aggiornamento: 02-04-2020


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