“L’applicazione della cassa integrazione ha escluso tutti i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio. Una discriminazione che non ha ragione di esistere e che lascia queste persone senza soldi per tutto l’intero periodo di chiusura aziendale”. Lo dichiara il segretario della Uilm area nord Toscana e coordinatore Uil Lucca, Giacomo Saisi, che chiede così alle istituzioni di farsi carico di quello che è, di fatto, un controsenso della normativa in essere. “Dopo il decreto del 17 marzo 2020 emanato dal Presidente del Consiglio che imponeva la chiusura delle aziende che non producevano beni essenziali almeno fino al 3 aprile,  nel nostro territorio  molte aziende  hanno dovuto interrompere ogni attività e fare ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Cassa integrazione che spetta a tutti i dipendenti delle aziende anche sotto i 5 dipendenti, esclusi, però, i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio. Dobbiamo denunciare alle istituzioni quello che secondo noi sta diventando una discriminazione perché quei lavoratori non potranno essere collocati, come i loro colleghi, in cassa integrazione e quindi perderanno la retribuzione per tutto l’intero periodo di chiusura aziendale.  Riteniamo questo un atto discriminatorio che non possiamo accettare, quindi vogliamo che in questo momento di emergenza debbano essere tutelati tutti i lavoratori in ugual misura. Infine se alcuni lavoratori si trovassero nella condizione di avere un contratto determinato, chiederemo il mantenimento del contratto di lavoro fino alla normale scadenza. Pertanto – conclude Saisi – data l’importanza e la necessità di tempi brevi su tutte le problematiche esposte, ci siamo mossi da subito per coinvolgere il Prefetto di Lucca   e tutte le istituzioni del territorio  per trovare una soluzione alla stortura del Dpcm”.

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ultimo aggiornamento: 02-04-2020


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