Poche settimane fa, al momento di annunciare la sospensione delle attività, abbiamo scritto che lo sport ha un valore terapeutico, per il corpo e per le emozioni, e che presto sarebbe tornato a essere importante nelle nostre vite.

3) Dopo aver registrato i primi due punti con scelte responsabili e tempestive, ci sembra doveroso rilanciare sul tema dei diritti delle calciatrici. Ma per raggiungere tale scopo è necessario compiere
un grande sforzo unitario per affermare il calcio femminile come uno straordinario contenitore di valore, e trovare così dei compagni di strada, dei partner, che sostengano i nostri programmi. E’
necessaria, cioè, una grande e coordinata operazione di narrazione.
Ci siamo trovati sempre molto bene alle riunioni della neonata Divisione Calcio Femminile.

Sono stati momenti di discussione dove è sempre prevalsa la voglia di marciare uniti, di non produrre rotture, di tenere dentro anche le posizioni minoritarie. Un clima fedele ai principi di lealtà, correttezza e probità che sono alla base della nostra Federazione.
Il punto è che ci sono tutte le premesse per produrre qualcosa di straordinario. In Italia oggi abbiamo poco più di 26.000 tesserate alla FIGC.

A condizione che i nostri stadi, le nostre scuole calcio, i nostri settori giovanili, si concepiscano come agenzie formative, tra dieci anni potrebbero essere dieci volte tante. Abbiamo davanti a noi dei margini di sviluppo che nessuna altra disciplina ha e che ci potrebbero garantire soddisfazioni enormi anche a livello internazionale.
Ma ora, rimandando un istante le fantasie sul futuro, ci interessa cercare di capire cosa, del nostro passato, dobbiamo portare con noi nel nuovo mondo.
Siamo partiti dal nostro ambiente, da San Gimignano, e abbiamo chiesto alle nostre giocatrici di raccontarci le loro storie, vittorie e delusioni che hanno segnato la loro vita di calciatrici e di donne.

Frammenti autobiografici, che nello stesso tempo siano capaci di spiegare le condizioni particolari in cui un’atleta di alto livello si è trovata a vivere il proprio percorso calcistico, in Italia negli anni 90 e 2000.
Una storia dopo l’altra, a partire da domani con i primi racconti di Giulia Domenichetti sull’epopea della Sassari Torres, ogni pomeriggio alle 18:00 sui nostri canali social.
Ma è un invito che facciamo a tutto il nostro mondo: raccontiamoci, raccogliamo le nostre storie, le nostre fotografie, i nostri video, perché piano piano, pezzo dopo pezzo, dobbiamo comporre una storia del calcio femminile italiano che ancora manca e su cui c’è sempre più curiosità. Non
per riempire volumi di ricordi, ma per usarli come anticipazione di un calcio più umano e attento.

Oggi intanto vi proponiamo una straordinaria foto scattata da Pino Nardone dopo Florentia San Gimignano – Juventus. A fine partita, Laura Giuliani, portiere della Juventus e della nazionale italiana, sta chiacchierando con Tamar Dongus, il nostro capitano, togliendo il fango dalle scarpe
alla fontanina.
Non è facile immaginare un modo diverso di vivere il calcio ad alti livelli. Eppure lo dobbiamo fare.

#lepiùbellestoriedelcalciofemminile

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calcio femminile clacio lettera aperta

ultimo aggiornamento: 27-03-2020


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