In questo momento di emergenza siamo tutti pronti a elogiare medici e infermieri ma in tempi normali solo chi ha avuto qualche esperienza in ospedale ha potuto capire quanto sia importante la loro presenza.

Nessuno di noi si scandalizza più se un giocatore di calcio famoso guadagna cifre che un infermiere non vedrebbe neanche in 5 vite o più, come non ci scandalizziamo se chi si prende cura di noi in momenti difficili della vita percepisce uno stipendio normale.

Poi la domanda su “stipendio normale” si potrebbe allargare perché la soglia di sopravvivenza (tra stipendi, tasse e potere di acquisto) si è ridotta troppo. Ma la domanda è: quante notti ha passato sui libri un calciatore prima di essere idoneo a scendere in campo? Quante padelle ha levato o messo? Quante infezioni ha rischiato?

Ovviamente lo stesso vale per i politici e certi manager. Guardando cosa sta accadendo ci possiamo rendere facilmente conto che chi sceglie di fare questa professione deve avere quello che si chiama “spirito di servizio”. Soprattutto gli infermieri e le infermiere che fanno turni di notte, devono essere veloci, non devono sbagliare, devono essere pronti a tutto. Come all’emergenza di oggi.

Ci ricorderemo di tutto questo una volta passata la paura? Passato il grande flagello? Io non credo. Politici, calciatori e manager continueranno ad essere pagati come se il loro tempo su questa terra fosse più prezioso di quello di chi dedica la vita al servizio di altri, e gli altri, continueranno a lavorare senza il giusto riconoscimento.

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ultimo aggiornamento: 27-03-2020


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