“Egregia dott.ssa Maria Letizia Casani, desidero innanzitutto, suo tramite, ringraziare i medici, gli infermieri, i tecnici, tutti gli operatori sanitari e socio sanitari, per il lavoro incessante, professionale, umano che stanno facendo per la salute di tutti.
Mi permetto anche di svolgere alcune riflessioni sulla situazione lunigianese e di avanzare alcune proposte, prendendo spunto, purtroppo, dalla notizia dell’ennesimo decesso avvenuto questa notte presso una RSA.
I dati della Lunigiana (morti e contagiati) continuano ad
essere allarmanti. Ci vuole un piano specifico per monitorare questo
territorio: tamponi e test immunologici vanno fatti subito e non
annunciati solamente. Sono fondamentali per mappare il cammino del
virus: i sintomatici anche lievi, i loro congiunti, gli operatori
sanitari, sono le categorie da cui partire immediatamente. Inoltre vanno
monitorati attraverso i tamponi anche i luoghi più esposti come le RSA
dove si sono verificati focolai.
Proprio in queste strutture si sono
verificati alcuni decessi; e’ stata segnalata in più occasioni la
gravità della situazione e la necessità di separare i contagiati, di
mettere in sicurezza gli operatori e famigliari, per evitare conseguenze
ulteriori. La Lunigiana chiede più attenzione.
Resta un vulnus,
in tal senso, l’aver tenuti inattivi fino ad ora i laboratori analisi
degli ospedali della provincia ed anche quelli privati convenzionati. Il
contagio frena se siamo in grado di sapere presto (per isolarli e/o
curarli) chi siano i suoi vettori. L’annunciata apertura del laboratorio
del Noa è una prima risposta, anche se tardiva rispetto alle richieste
di Sindaci, ma può non essere sufficiente.
Occorre poi dare
continuità all’approvvigionamento del materiale sanitario, ancora oggi
improvvisato e carente. Le mascherine ed i dispositivi di sicurezza non
possono mancare, soprattutto agli operatori sanitari, ma neppure ai
cittadini.
Vanno altresì migliorati i protocolli organizzativi, rendendo più funzionali i presidi di Pontremoli e Fivizzano rispetto alle esigenze di ricovero dei malati no-covid, ma anche rispetto alla presa in consegna temporanea nei PS di pazienti urgenti, qualunque patologia lamentino. Bisogna evitare inutili e pericolosi rimpalli da una struttura all’altra e tener conto dei fattori tempo-distanza nel decidere dove prestare il primo soccorso. In questi giorni sembra non succedere, con conseguenze a volte drammatiche.
Insomma, bisogna cambiare passo ed il tempo per farlo è scaduto, ce lo dicono i numeri tremendi di chi si ammala e di chi ci lascia ogni giorno: troppo alti! Uniti ce la possiamo fare!
Ringraziandola per l’attenzione confido in una risposta fattiva che possa trasmettere fiducia ai Lunigianesi e a questa terra che, anche per la sua posizione geografica, ha bisogno di risposte diverse.”