“Sono circa 7.000, ad ora, le richieste, secondo i dati non ancora definitivi che arrivano dalle Camere del Lavoro, di deroga al blocco della produzione inviate alle prefetture da aziende che autocertificano la loro produzione essere, in tutto o in parte, collegata a settori essenziali e che quindi non possono fermarsi. Anche al netto di qualche domanda arrivata da chi, operando in settori essenziali, ha sentito il bisogno di una rassicurazione prefettizia, sono tante, sono troppe.
Sono troppe le aziende che fanno finta di non capire che il virus si combatte riducendo al limite del possibile le occasioni di contatto. Dopo il Protocollo generale firmato con il governo, gli accordi di categoria e le linee guida concertare concertate con la Regione Toscana sono troppi gli imprenditori che per non perdere un vantaggio competitivo passano sopra alla sicurezza dei lavoratori, dei loro familiari e di tutti, loro compresi.
La Cgil, nei vari territori, in queste ore e nei nei prossimi giorni, mette a disposizione delle prefetture (a cui il decreto del governo ha affidato il compito di decidere sulle riaperture) la propria conoscenza dei settori produttivi e del mondo del lavoro per dare una mano a capire se le motivazioni-giustificazioni addotte dalle imprese sono oggettive o sono al contrario solo un modo per aggirare il blocco destinato a proseguire oltre il 3 aprile. Il tutto senza rallentare di un niente l’impegno a ché nei luoghi di lavoro in attività siamo garantite le condizioni di sicurezza dei lavoratori”.