Secondo anno di tournée per Tartufo, il fortunato allestimento del celebre testo di Molière, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese e firmato da Roberto Valerio, regista che ha realizzato spettacoli apprezzati da pubblico e critica: tra questi, con l’ATP, Il Vantone di Pier Paolo Pasolini, L’impresario delle Smirne di Goldoni e Casa di Bambola di Ibsen, con il Teatro dell’Elfo Un marito ideale di Oscar Wilde e, con la Compagnia Orsini, Il giuoco delle parti.

Assieme a Roberto Valerio (anche interprete, quale Orgone), è in scena, nel ruolo del titolo di questo intramontabile classico, un artista ‘di razza’ come Giuseppe Cederna che, dopo i suoi one-man-show degli ultimi anni, è tornato ad inserirsi, da protagonista, in un’importante produzione teatrale.

Lo spettacolo si avvale quest’anno, nel ruolo di Elmira, della presenza carismastica di un’attrice di grande spessore e amata dal pubblico come Vanessa Gravina, perfettamente a suo agio tra tv (dal 2018 è protagonista della serie di successo di Rai Uno, Il Paradiso delle Signore) e teatro, sin dal debutto al Piccolo di Milano con Strehler ne La Donna del Mare, in seguito protagonista in numerosi lavori: nelle ultime stagioni, Le Serve di Genet e Il Piacere dell’onestà di Pirandello per la regia di Liliana Cavani.

Nell’affiatato cast di Tartufo anche Paola De Crescenzo (Marianna), Massimo Grigò (Lorenzo), Elisabetta Piccolomini (Madama Pernella), Roberta Rosignoli (Dorina) e Luca Tanganelli (Damide; nelle recite dal 20 febbraio al 13 marzo il ruolo sarà sostenuto da Marcello Di Giacomo). Scene, costumi e luci, sono firmati, rispettivamente, da Giorgio Gori, Lucia Mariani e Emiliano Pona; Alessandro Saviozzi ha curato il suono.

Tra le varie date della tournée 2020 – che, dal 20 febbraio al 23 aprile, toccherà Toscana, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria e Sardegna – si segnalano le presenze al Teatro Verdi di Pordenone (21/23 febbraio), al Teatro Massimo di Cagliari (11/15 marzo), al Teatro Franco Parenti di Milano (dal 20 al 22 marzo e dal 24/29 marzo), al Teatro Masini di Faenza (7/9 aprile) e al Politeama Rossetti di Trieste (15/19 aprile)

Così il regista Roberto Valerio presenta lo spettacolo:

“La trama del celebre capolavoro è a tutti nota: il protagonista, emblema dell’ipocrisia, indossa la maschera della devozione religiosa e della benevolenza per raggirare e tradire il suo sprovveduto e ingenuo benefattore Orgone. Tartufo è dunque un arrivista che veste i panni del virtuoso in odore di santità e Orgone è colui che gli regge lo specchio in un gioco di oscura manipolazione e dipendenza affettiva.

Tartufo è scaltro, affascinante, pericoloso; i suoi gesti e le sue espressioni tradiscono una natura sanguigna, depravata, oscena, naviga nelle acque irrequiete della dissimulazione oscillando tra un’affettata eleganza e una grezza materialità. È sensuale e inquietante, tanto da ricordare qualcosa di diabolico, di sinistro. Il più delle volte, le versioni sceniche del Tartufo si sono concentrate sull’ipocrisia del personaggio del titolo. Non c’è dubbio che all’epoca in cui Molière scrisse la sua opera, i suoi obiettivi chiari erano i bigotti che usavano il rigorismo religioso come facciata per nascondere i loro empi comportamenti, senza nemmeno credere a ciò che stavano predicando. La battaglia era tra la verità e l’inganno, l’onestà e l’ipocrisia.

Ora, 350 anni dopo, questa equazione va parzialmente modificata. Tartufo non può più essere un semplice impostore. È molto più di questo: un profeta anticonformista. Un guaritore. Un guru fanatico. Che denunzia, maledice e combatte (in apparenza) contro un mondo di materialismo, consumismo, lassismo, dissolutezza, permissività e amoralità. Questo angelo oscuro o demone pietoso irrompe in una famiglia borghese benestante, la sconvolge completamente, prende il controllo, la castiga, la rivoluziona, la assorbe. Affascina interamente il pater familias Orgone e sua madre, le due figure chiave del potere familiare, mentre simmetricamente, respinge gli altri personaggi, cioè i ragazzi, la loro matrigna, lo zio e la cameriera. Tartufo ipnotizza il padre, acceca la madre, sposa la figlia, bandisce il figlio, seduce la matrigna, sconvolgendo il normale flusso di vita dell’intera famiglia. Come nel Teorema del film di Pasolini, egli lavora come un uragano, come una forza sovrannaturale, che con la sua radicalità scatena tutti i desideri e le furie trasformando il convenzionale e conformista vivere della casa. La sua preda, Orgone, è un uomo solo, fragile, non compreso dalla sua famiglia, in preda alla moderna malattia della depressione che sfocia in attacchi di ansia e nevrosi. E Tartufo è il suo medico, l’unico che riesce a comprenderlo e a regalargli serenità. Orgone è la fragilità di un cuore catturato per la prima volta, il potere comico di un’anima contraddittoria, l’autorità della figura paterna che in modo vendicativo ha deciso di insegnare a tutta la sua famiglia come vivere punendola con Tartufo.

Elmire è uno dei personaggi più interessanti creati da Molière. Il suo potere enigmatico, la sua complessità evasiva, la sua apparente sottomissione, fanno di lei la vera potenza della commedia, l’unica in grado di sconfiggere Tartufo. Orgone ne è stato sedotto fino a sposarla, Tartufo è irresistibilmente attratto da lei. Un oscuro oggetto del desiderio.

Il nostro spettacolo sarà una commedia molto divertente, che saprà unire la satira corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali; con una visione audace e contemporanea che sottolinea la crisi della nostra società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica. Porteremo sulla scena, attraverso una rappresentazione giocosa delle tensioni sociali, politiche, familiari, l’esistenza umana, coniugando diversi registri in una polifonia di strati di senso, ora amari ora pungenti, che ci seducono, ci divertono e che ci parlano, nondimeno, con grande urgenza.

Esplorare la modernità di questo classico intramontabile, per farne uno spettacolo popolare. Uno spettacolo in cui sarà divertente rovesciare, confondere, sconvolgere, sovrapporre bene e male, in una promiscuità di temi, caratteri e intrecci che nascondono, dietro i rumorosi ingranaggi della commedia, un riso amaro.”

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ultimo aggiornamento: 15-02-2020


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