Rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti prevalentemente da RAEE, motori elettrici e a scoppio (contenuti in cinque cassoni), circa duecento batterie esauste, quattro casse con rifiuti costituiti da scarti di rame e ottone, una trentina di big-bags contenenti cavi elettrici stimati in quasi sessanta quintali, trecento chili di radiatori ed altro materiale di natura ferrosa.

Firenze 11 febbraio 2020. Militari della Stazione Carabinieri Forestale di Ceppeto (FI), in tarda serata, durante il normale servizio di istituto, si recavano in Comune di Signa e ad un certo punto notavano un soggetto intento alla movimentazione di materiali di fronte ad un magazzino aperto. La persona, una volta identificata, acconsentiva all’ispezione visiva dei locali. Successivamente giungeva nei luoghi un’altra persona che assisteva alle attività dei militari.
Il capannone risultava in uso alla ditta dei due soggetti presenti, che commercia all’ingrosso rottami ferrosi. Il fondo era utilizzato come magazzino per lo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non. In particolare erano presenti RAEE quali motori elettrici, elettronici e scoppio, pompe di frigoriferi, batterie esauste di varie dimensioni, cavi elettrici stoccati all’interno di big-bag oltre che cassoni contenenti rame e ottone, radiatori e altro materiale minuto metallico.
All’interno dei locali era presente un muletto per la movimentazione dei rifiuti e materiali ma non erano in corso lavorazioni e attrezzature riconducibili ad attività di cernita, separazione e lavorazione dei rifiuti.
L’attività posta in essere dai soggetti consiste nella raccolta, stoccaggio/messa in riserva di rifiuti speciali pericolosi e non, raccolti in modo itinerante sul territorio e stoccati, suddivisi per tipologia, come dichiarato dai soggetti identificati, al fine di ricavare e separare vari tipi di materiali commercializzabili come il rame, il ferro, l’alluminio e l’ottone. La ditta è regolarmente iscritta all’Albo Gestori Ambientali per il trasporto di rifiuti misti ferrosi, attività che consiste nel raccogliere e trasportare con mezzo autorizzato, le varie tipologie di metalli presso gli impianti di recupero e/o smaltimento.
Tuttavia, alla richiesta dei militari di fornire la documentazione autorizzativa delle lavorazioni svolte, cioè la raccolta, stoccaggio e cernita dei rifiuti speciali pericolosi, le due persone non producevano nulla. Le attività sono dunque riconducibili alla gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non, in quanto svolta in assenza dell’obbligatoria autorizzazione, prevista dal Testo unico ambientale e in totale assenza di documenti di tracciabilità (registro di carico e scarico e Formulari di identificazione dei rifiuti- FIR).
I militari procedevano quindi al sequestro penale preventivo sia dell’immobile che dei rifiuti in esso contenuti. Sequestro ritenuto opportuno al fine di impedire il proseguimento delle attività illecite poste in essere.

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Forestali Signa

ultimo aggiornamento: 11-02-2020


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