No alla guerra. Mobilitiamoci”
La nota stampa arriva dal Centro Popolare autogestito Firenze Sud:
“È iniziata la guerra!
Questo è ciò che ci stanno dicendo opinionisti e politicanti. Qualcuno dirà che è iniziata con l’attacco iraniano alle basi USA in Iraq, altri con l’omicidio di Soleimani… ma se continuassimo ad andare a ritroso forse potremmo dire che è iniziata con la destabilizzazione della Siria o con quella della Libia. Ma possiamo dimenticarci dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Jugoslavia, della Palestina?
La verità è che siamo in guerra da decenni e che abbiamo derubricato l’atrocità, la miseria e il pericolo che la guerra rappresenta alla “normalità”.
Sta di fatto che ora, per l’ennesima volta, dovremmo aver chiaro che la guerra c’è ed è molto più vicina di quanto si possa pensare.
Gli avvenimenti degli ultimi giorni non ne sono che la riprova. Forse sarebbe arrivato il momento di chiedersi cosa possiamo fare per invertire questa tendenza.
Certo, dalle nostre parti ancora non viviamo l’efferatezza della guerra guerreggiata, ma non possiamo dare per certo che ciò non avvenga mai… ricordiamoci sempre che fino a qualche anno fa a Tripoli o a Damasco si passeggiava per strada come oggi noi facciamo al parco dell’Anconella in una giornata di sole così come a Campo Marte quando gioca la Fiorentina…
E se questo scenario ci sembra ancora troppo distante dobbiamo pensare bene al significato di “guerra asimmetrica” che spesso abbiamo modo di leggere sui giornali o ascoltare in tv: gli attentati in Francia sono vere e proprie azioni di guerra e non sono un fatto così distante da noi!
L’Italia è già in guerra, perché è un territorio invaso da decine di basi USA e NATO – Sigonella, Aviano, Camp Darby, Vicenza, Napoli – da cui partono uomini, mezzi e droni per quei luoghi dove la guerra si manifesta con maggiore atrocità.
Perchè lo stato italiano ha inviato i propri militari e i propri mezzi in varie zone di guerra – Libia, Iraq, Libano, Afghanistan – a protezione degli interessi delle proprie multinazionali. Perchè le imprese e le banche italiane hanno importanti interessi nella produzione e nella vendita di armi.
Perchè la spesa pubblica è completamente piegata sulla spesa militare: infatti mentre per anni ci raccontavano la favola dei “sacrifici necessari” ai tempi dell’austerità, gli investimenti e la spese militare sono schizzati alle stelle.
La situazione ci sembra abbastanza chiara: mentre a scuola facciamo colletta per far avere ai nostri figli la carta igienica, mentre quelle stesse scuole ci crollano letteralmente addosso così come accade per ponti o viadotti, mentre potersi curare è diventato sempre più difficile e oneroso, per non parlare della cancellazione pressochè totale di ogni forma di sussidio per chi perde il lavoro, miliardi dei nostri soldi vengono spesi nel settore militare al di fuori di ogni vincolo o “patto di stabilità”.
Quasi ci sembra di esser banali nel fare l’esempio dell’acquisto dei famosi F35, di cosa significherebbe investire tutti quei soldi nel sociale e non nel militare, ma ci viene da pensare che questa banalità non sia stata compresa fino in fondo perchè altrimenti non saremmo in questa situazione.
Se ciò non bastasse, a breve vedremo altri effetti: aumento del prezzo del petrolio e crollo delle borse… proviamo a tradurlo per chi stenta ad arrivare a fine mese: aumento del costo del carburante, dei beni di prima necessità e delle bollette!
E di questo a chi daranno la colpa? Agli immigrati che arrivano in Italia per sfuggire alla guerra di cui stiamo parlando?
Ma veramente vogliamo continuare a credere alla favola dell'”invasione”?
Chiediamoci adesso “chi invade chi”!
Chiediamoci: il “prima gli italiani” che fine ha fatto?
E’ sparito perché era uno slogan buono solo quando veniva usato per dividere le fasce popolari, quelle più esposte alla crisi, o per giustificare attraverso i “decreti sicurezza” la repressione di ogni forma di dissenso. Questo slogan però non vale quando si tratterebbe di fare i conti con le basi americane, con le “servitù militari” di milioni e milioni di euro che paghiamo per mantenerle, non vale quando si tratterebbe di impedire le esercitazioni militari che inquinano mari e territori, non vale quando si tratterebbe di impedire che a poca distanza da casa nostra vengano stoccate decine di bombe nucleari… per tutto questo i porti sono sempre aperti!
Evidentemente “gli italiani” vengono prima degli immigrati ma dopo gli “interessi americani”!
Se questo vale per Meloni, Salvini e compagnia cantante, il governo in carica che fa?
Di Maio vola da Erdogan, Conte esprime preoccupazione e il PD… il PD sta zitto, fosse mai che qualcuno si accorga che sono al governo!
Noi non vogliamo affidare le nostre vite a una banda di criminali dilettanti e irresponsabili, per questo diciamo che non ci sono alternative: o si tace, rendendosi complici di tutto questo e esponendoci a tutte le conseguenze della guerra, o ci mobilitiamo da subito!
La storia ci insegna che fasi come questa ci possono consegnare veri e propri bagni di sangue, ma allo stesso tempo che proprio in questi momenti diventa più forte la possibilità che nasca una società altra, capace di superare queste logiche.
Sono gli interessi economici di “pochi” a spingere “i molti altri” nel baratro della guerra: ribaltiamogliela addosso!”