«Siamo anche noi convinti che ci sia bisogno di percorrere un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico, che preveda però tempi certi e non “biblici”. Condivido l’analisi del presidente Rossi: il servizio gestito dalle società toscane in questi ultimi anni è notevolmente migliorato. Ma è certo che alcune incongruenze vanno segnalate e risolte. Prima tra tutte, quella delle tariffe, che non posso continuare ad essere le più alte d’Italia».
Lo ha detto Nicola Ciolini, consigliere regionale Pd, intervenendo a nome del gruppo Dem al convegno “Acqua pubblica: non se, ma come e quando”, svoltosi oggi a Firenze.
«E’ chiaro – ha spiegato Ciolini – che le tariffe dipendono anche dal massiccio numero di investimenti effettuati in questi anni. Ma insieme ad essi vi sono anche tanti utili, che certo vengono ripartiti anche tra i soci pubblici e quindi i comuni che restituiscono queste risorse con opere e servizi sul territorio. Ma è anche vero che una parte consistente di questi utili vanno ai soci privati, soldi quindi che escono dalla Toscana.
Credo – ha aggiunto Ciolini – che non possiamo guardare alla sola questione “acqua”, ma che occorra guardare al tema più complesso dei servizi pubblici, cioè insieme alla risorsa idrica, anche rifiuti ed energia. Siamo stati forse troppo timidi negli anni passati come Regione, anche se non avevamo dirette competenze di gestione. Ma oggi, la sfida che abbiamo davanti è proprio questa: offrire su tutto ciò ai cittadini sevizi uniformi e di qualità in tutta la regione. Per far ciò bisognerà trovare forme di compensazione e di “sostegno” tra i diversi soggetti gestori. E nella definizione dei futuri assetti societari, non si dovrà escludere una partecipazione diretta della Regione insieme alle amministrazioni locali, con l’obiettivo di riportare un livello di omogeneità dei servizi. Verifichiamo dunque – ha concluso Ciolini – se la Regione Toscana può svolgere anche questo ruolo».