“A casa in buona compagnia”, questo il titolo del progetto di assistenza domiciliare innovativa per la terza età che la Regione porterà avanti insieme ai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Toscana. A dare il via al progetto, il protocollo d’intesa firmato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente della Regione Enrico Rossi e dai segretari dei sindacati del pensionati Spi Cgil, FNP Cisl, UILP Toscana.
Il progetto, sperimentale, punta ad assistere gli anziani nella
propria abitazione, quando possbiile o, comunque, all’interno di
autonome unità residenziali di cohousing, attraverso l’uso di strumenti e
tecnologie che ne permettano il controllo e la cura da remoto, senza
invadere la loro privacy, sia per quanto riguarda la diagnosi che
l’assistenza, sia per quanto riguarda il monitoraggio dello stato di
salute. L’obiettivo è quello di consentire la permanenza delle persone
anziane, anche se non più autosufficienti o, comunque, bisognose di
assistenza, il più possibile vicino al proprio ambiente, alla propria
rete di affetti, agli oggetti di uso quotidiano e ai ricordi,
salvaguardandone così l’autonomia, la qualità della vita, la capacità di
relazione.
Il progetto, come evidenziato dall’articolo 1 del protocollo, si propone
di individuare nuove forme di gestione ed erogazione di servizi che
dovranno vedere la valorizzazione, da parte dell’operatore pubblico, di
esperienze realizzate anche da soggetti del terzo settore.
Oltre ad ispirarsi alle buone prassi diffuse in Italia e in Europa, a tener conto dell’impatto sull’organizzazione e sui modelli di erogazione dei servizi, a favorire soluzioni che privilegino l’integrazione fra le diverse discipline e professioni, la sperimentazione si articolerà in tre macro aree che sfoceranno in altrettante mappe, attraverso una ricognizione rispettivamente delle condizioni, delle tecnologie utilizzabili e delle iniziative effettivamente realizzabili.
Il progetto sarà elaborato da gruppi di lavoro composti da esperti,
cui gli uffici della giunta regionale assicureranno il supporto
scientifico e amministrativo e si inseriscxe nel contesto delle
politiche della Regione Toscana a favore degli anziani e delle persone
non autosufficienti: l’ultima giunta, il 23 dicembre scorso, ha
approvato stanziato 273 milioni per progetti per la non autosufficienza
(Vita indipendente, destinati a anziani e disabili) e l’assistenza in
Rsa e Centri diurni.
Un filone di intervento cruciale, quello delle politiche per la terza
età, dal momento che ormai da più di dieci anni l’Istituto regionale per
la programmazione economica in Toscana (Irpet) evidenzia il forte
invecchiamento della popolazione, dovuto al parallelo allungamento della
vita e al forte calo della natalità.
In particolare, le proiezioni dicono che, entro il 2030, la Toscana
vedrà gli under 25 diminuire di quasi 360 mila unità, mentre gli over 65
aumenteranno di oltre 250 mila individui.
Se fino ad oggi ad ogni anziano corrispondevano circa 2 giovani, ora il
rapporto scende a meno di 1. L’età media della popolazione toscana
salirà dai 45 di oggi ai 49 anni del 2030. L’invecchiamento della
popolazione avverrà nonostante l’incremento del flusso migratorio
dall’estero, che non basterà a frenare la tendenza.
Questi fenomeni, analizzati anche dal Censis, comporteranno ulteriori cambiamenti a livello sociale ed economico, nelle composizioni e nelle abitudini della famiglie e si rifletteranno sui modelli di welfare e di assistenza. E’ per aggiornare questi modelli e predisporsi a fare fronte ai nuovi bisogni di una società invecchiata, che appare sempre più indispensabile trovare soluzioni innovative, ispirate alle esperienze più avanzate realizzate in altri paesi europei (Olanda, Finlandia, Regno Unito). Il protocollo di oggi è un primo passo in questa direzione.