Licenziato, perchè disabile.

Lo denuncia su Facebook , con un post, Marco Di Domenico, un insegnante di sostegno di 33 anni licenziato perché la sua disabilità, una miopatia muscolare, renderebbe insicuro il suo stesso lavoro:

“Il 13 settembre 2019 avevo preso servizio come supplente di Sostegno in una scuola Media di primo grado di Prato. Contratto a tempo determinato, supplenza annuale. Dovevo lavorare fino al 30 giugno.
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Perché sono disabile (miopatia muscolare, cammino lento, sono debole, non sollevo pesi, ho difficoltà in certi movimenti e non riesco a salire le scale). Siccome disabile, non posso seguire i ragazzini con disabilità che hanno il sostegno, per motivi di sicurezza, dice.
E siccome sono precario non ho diritto ad essere assegnato ad un’altra mansione. Nè ad avere il punteggio della supplenza per salire in graduatoria.
????’ ????? ???? ?’?????????? ???????????. Se non fosse che venendomi tolta la possibilità di fare punteggio con il Sostegno mi trovo ad avere uno svantaggio oggettivo rispetto ai colleghi normodotati, che nella mia stessa condizione lavorativa continuano a prendere quei santi 1.600€ al mese e continuano a salire in graduatoria.
Della serie se non sai salire le scale non devi salì nemmeno in graduatoria.
Il tutto dopo 4 mesi di lavoro regolare, ansie iniziali per ambientarmi in una situazione nuova, impegno per capire cosa fare e come rendermi utile. E dopo che i primi risultati stavano maturando e il rapporto con i ragazzi cominciava a funzionare. Ragazzi che non hanno nessuna difficoltà motoria e non mi hanno mai messo in difficoltà fisicamente.
La Preside della scuola ha insistito perché mi sottoponessi all’esame di una Commissione Medica di Verifica. Sono tre medici del Ministero delle Finanze e un consulente del Miur che mi hanno visitato a dicembre e hanno deciso che sono permanentemente inidoneo al sostegno. Ma non all’insegnamento. Dice.

Nel lavorare su Sostegno ho cominciato anche a capire più a fondo il valore sociale dell’inclusione, soprattutto quando si tratta di vere marginalità.
L’inclusione è la riorganizzazione di un sistema, la sua ricombinazione per fare posto a tutti. E niente, il sistema non ce l’ha fatta. Espulso da un posto che serve all’inclusione. Discriminato di fatto.

Insomma ora sto preparando il ricorso, che costa: soldi, tempo e fatica. Con il ricorso sarò visitato a Roma, da un’altra Commissione. Stavolta del Ministero della Difesa”.

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ultimo aggiornamento: 17-01-2020


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