“Sei gay, ti piace il cazzo”. Aggressione omofoba in lucchesia

Aggressione omofoba questa notte in lucchesia, vittima un giovane. “Stavo ballando tranquillamente come ho sempre fatto – spiega la vittima, che era andata a una serata gay in un locale di Altopascio – quando due hanno inziato a bullizzarmi, a strapparmi la camicia, a graffiarmi la schiena e mi hanno tirato una manata”. Il motivo? “Mi hanno risposto ‘ perchè sei gay e ti piace il cazzo”. Visto quanto stava accadendo, racconta ancora il giovane, amici e amiche sono intervenuti in suo aiuto, rimendiandone, però, anche loro. La scena si è poi spostata fuori, dove, cosi dice chi era presente, ne è nata una “rissa epica”. Da quanto riferito da alcuni testimoni è anche saltato fuori un manganello. Almeno due le auto in sosta che sono state danneggiate. Sul posto sono arrivate a sirene spiegate le gazzelle dei Carabinieri della Stazione di Altopascio. Ma ormai, degli aggresssori, si erano perse le tracce. Al vaglio dei militari dell’Arma, che ora stanno indagando per risalire agli autori dell’aggressione, anche i filmati delle videocamere di videosorveglianza del locale. L’episodio, inquietante, è comunque ancora tutto da chiarire, come confermato dal comandante provinciale dell’Arma, colonnello Ugo Blasi, contatto dalla nostra redazione. Al momento, infatti, i militari hanno raccolto la sola testimonianza di due fidanzati, la cui vettura è rimasta lesionata nel caos scatenatosi fuori dalla discoteca. La vittima, di Santa Croce sull’Arno, ancora non ha presentato formale denuncia ma solo raccontato su Fb la disavventura subita questa notte intorno alle 3. Nel parapiglia sono rimaste ferite anche altre persone, una ragazza ha subito la frattura di un dito della mano. Altre le parole offensive volate nel marasma: “Schifosi gay, schifose lesbiche”. Fatti, questi, che nel 2020 sembrano impossibili, ma che, invece, e putroppo, accadono ancora. Mentre ancora c’è chi afferma che l’omofobia non esiste. E’ di pochi mesi fa un analogo episodio avvenuto nella provincia di Massa Carrara, per il quale la Squadra Mobile diretta dal dottor Antonio Corcione, in poche ore, risalì all’aggressore..