Nonostante fosse molto nota in zona per la quantità e qualità dei servizi offerti (oltre 30 corsi, compresi quelli acquatici e 2.000 frequentatori), dichiarava incassi irrisori: elementi di sospetto balzati agli occhi delle Fiamme Gialle della Tenenza di Cecina che hanno concluso una verifica a una palestra di Rosignano Marittimo (LI) inquadrata come società sportiva dilettantistica.

Grazie all’acquisizione informatica della documentazione, individuati, per gli anni dal 2016 al 2019, proventi commerciali recuperati a tassazione per oltre 300.000 euro. Introiti che la società aveva dichiarato tra quelli “istituzionali”, non soggetti a imposizione, mentre erano commerciali, quindi da sottoporre a IRES, IRAP e IVA: importi mensilmente corrisposti dai frequentatori di taluni corsi di sala, quali quelli di rieducazione posturale, postural yoga e fitness, e in piscina, come acquagym, hidrobike, acqua soft, acqua tonic e acqua step.

Il 55enne, gestore della palestra, è stato segnalato all’Agenzia delle entrate ma ha già regolarizzato la sua posizione con dichiarazioni integrative.

Si ricorda che le palestre inquadrate come società o associazioni sportive dilettantistiche beneficiano delle agevolazioni previste per il cosiddetto “terzo settore”. Vantaggi consistenti nella determinazione forfettaria del reddito imponibile e dell’IVA, con semplificazioni anche per la certificazione dei corrispettivi e per gli oneri dichiarativi. Tuttavia, è vietato dissimulare attività commerciali gestendo in modo professionale e imprenditoriale gli impianti sportivi, ossia tenendo corsi aperti al pubblico (e non solo per gli associati) dietro il pagamento di corrispettivi e in regime di concorrenza sleale rispetto ad analoghe strutture commerciali regolarmente presenti sul mercato.


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