“Dieci anni di Codice Rosa, e in questi dieci anni l’esperienza è cresciuta, sia in quantità che in qualità. Nato a Grosseto nel 2010, grazie alla felice intuizione e alla tenacia della dottoressa Vittoria Doretti, il Codice Rosa si è progressivamente esteso a tutta la Toscana, e ha fatto poi da apripista, diventando un modello a livello nazionale e diffondendosi in altre regioni. Dal 2014 è diventato un protocollo nazionale e sta ora riscuotendo grande attenzione anche in Europa”. E’ quanto ha detto stamani l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, intervenendo a Grosseto, nell’auditorium dell’ospedale Misericordia, alla giornata per il decennale del Codice Rosa, nato appunto nell’allora Asl 9 di Grosseto nel gennaio 2010, e da lì esteso poi a tutti i pronto soccorso della Toscana, e anche fuori regione.

Con l’assessore Saccardi, hanno preso parte alla giornata, dal titolo “A dieci anni dal primo Codice Rosa. Grosseto protagonista di una sfida”Monica Calamai, che ha rivolto il saluto di benvenuto in qualità di direttore di presidio, il dg della Asl Toscana sud est Antonio D’Urso, che ha aperto i lavori, Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa e attuale responsabile della Rete regionale Codice Rosa, operatori del Codice Rosa, giornalisti; la mattinata è proseguita con alcune testimonianze, tra cui il Console del Brasile Afonso Carbonar, Linda Laura Sabbatini di Istat e la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere del Senato, per concludersi con la posa della panchina rossa, donata dal Soroptimist di Grosseto, inaugurata oltre che dall’autrice, Nora Camarri, anche dalla presidente del Tribunale di Grosseto, Laura Di Girolamo e dalla madre di Giulia Ferrari, vittima di femminicidio.

“Il Codice Rosa – ha proseguito Stefania Saccardi – è ora un’esperienza radicata e consolidata in tutti i pronto soccorso della Regione, e sistematizzata nella Rete regionale Codice Rosa. Nato come servizio sanitario, è diventato sempre di più un percorso di tipo sociosanitario: perché una donna non venga poi abbandonata una volta uscita dal pronto soccorso, abbiamo voluto una forte integrazione tra politiche sanitarie e sociali, per assistere anche sul piano psicologico e sociale le persone vittime di violenza. Un grazie particolare alla dottoressa Vittoria Doretti, che con passione e determinazione ha creato e portato avanti questa esperienza, a tutta la sua squadra, e a tutti quegli operatori che nei pronto soccorso, nei Centri antiviolenza, nelle Forze dell’ordine, nelle Procure, lavorano per il buon funzionamento del Codice Rosa”.

Il Codice Rosa è un percorso speciale per chi subisce violenza, un accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne, bambini, persone discriminate. Da progetto a Rete regionale, il Codice Rosa si è diffuso capillarmente, prima su tutto il territorio regionale, poi su quello nazionale, con importanti collaborazioni anche all’estero. Un’esperienza comunicata in Toscana è oggi modello e realtà in molti ospedali d’Italia.

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ultimo aggiornamento: 11-12-2019


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