Questa mattina i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia Lucca,
in collaborazione con i militari delle Compagnie Carabinieri di Empoli (FI), Pontedera (PI) e Monsummano
Terme (PT), hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Lucca
all’indirizzo di 4 cittadini marocchini e di 1 donna italiana, quest’ultima sottoposta dalla misura meno
afflittiva degli arresti domiciliari. Due ulteriori cittadini stranieri sono invece indagati in stato di libertà, uno
dei quali è stato colpito dalla misura dell’obbligo di dimora nel Comune di Altopascio, con il divieto di
allontanarsi dalla propria abitazione dalle 20.00 alle 07.00. Tutti gli indagati sono responsabili a vario titolo
di numerose cessioni di sostanza stupefacente, del tipo cocaina e hashish, avvenute in diverse località del
territorio di Altopascio, a favore di innumerevoli clienti di cittadinanza italiana, tossicodipendenti da molti
anni, nei confronti di alcuni dei quali è stato ricostruito un fenomeno di diverse centinaia di cessioni in un
arco temporale molto lungo.
L’indagine dei Carabinieri è stata avviata nel decorso mese di gennaio, allorché uno dei soggetti oggi tratti in
arresto, nello specifico MOUSSAID Icham, 26/enne, domiciliato nel Comune di Vicopisano (PI), veniva
controllato in Altopascio insieme ad un cliente, ed entrambi sorpresi in possesso, rispettivamente, di alcune
dosi di cocaina e di una banconota da € 50. La ricostruzione del circuito relazionale dello straniero
consentiva così, da un alto, di acclarare un ingente e regolare fenomeno di spaccio all’indirizzo di un ampia
cerchia di assuntori, dall’altro, di individuare altri soggetti, ognuno con un proprio bacino di utenti, fornitori
di cocaina e hashish, sempre nel Comune di Altopascio. Ogni spacciatore, a sua volta, utilizzava diverse
utenze telefoniche, sulle quali all’occorrenza veniva contattato dai clienti e che frequentemente provvedeva a
sostituire per tentare di eludere eventuali investigazioni in atto. Gli spacciatori, è stato acclarato, erano soliti
memorizzare sul proprio telefono i contatti dei clienti abituali, ai quali in occasione di ogni cambio utenza
mandavano un messaggio in codice per informarli del nuovo numero sul quale essere in futuro contattati.
Analogamente facevano quando cambiavano località di spaccio o quando si sarebbero dovuti assentare,
anche per breve tempo. Alcuni fra i numerosi clienti, segnalati come assuntori nel corso dell’attività, hanno
contribuito a ricostruire il fenomeno e i movimenti degli spacciatori, ammettendo altresì di aver provveduto,
al fine di godere di un trattamento di favore nell’acquisto della droga, anche a svariate esigenze di carattere
logistico degli spacciatori, i quali venivano accompagnati da alcuni acquirenti nei siti di spaccio o ricorrevano ai clienti disponibili per farsi portare da mangiare quando si intrattenevano “a lavoro” oltre tempo. In una circostanza, un impiegato italiano che non riusciva a pagare le numerosi dosi di cocaina che
assumeva si è altresì offerto di intestarsi un’autovettura, appositamente acquistata e pagata dagli spacciatori
presso un concessionario del luogo, per muoversi con maggiore libertà e di cui periodicamente il cliente –
complice provvedeva, dietro adeguato corrispettivo in stupefacente, a regolarizzare tutti documenti di
circolazione e assicurativi. Altri clienti, ancora, laddove non avevano la possibilità di pagare la droga
nell’immediatezza, lasciavano in pegno il proprio telefono cellulare, o altri oggetti anche di poco valore, che
poi venivano restituiti una volta provveduto a saldare il debito.
Quale teatro del fenomeno di spaccio sono state individuate alcune aree boschive di Altopascio, laddove gli
spacciatori, dal primo pomeriggio sino a tarda notte, erano soliti rimanere nascosti tra la vegetazione, in
attesa dei clienti che, prevalentemente in automobile, dopo aver telefonato, venivano avvicinati lungo il
ciglio della strada per poi ripartire subito dopo. Un altro luogo di ancor maggiore interesse evidenziato
nell’attività è un bar di Altopascio, la cui proprietaria, TOCCHINI Silvia è stata oggi sottoposta alla misura
degli arresti domiciliari. La donna, 40enne, inizialmente emersa nell’indagine perché consumatrice di
cocaina, aveva dichiarato ai Carabinieri di essere una “vittima” del fenomeno dello spaccio, in quanto
costretta a sopportare la frequente presenza all’interno del suo locale di numerosi cittadini stranieri, alcuni
dei quali dediti al consumo e alla cessione di droga, ammettendo tuttavia di aver tollerato la situazione anche
per godere di condizioni di favore nell’acquisto dello stupefacente. Ulteriori accertamenti hanno poi invece,
consentito di ricostruire un ruolo attivo dell’indagata nella consegna dello stupefacente e nel ritiro delle
somme di denaro, grazie a una capacità di organizzazione degli scambi all’interno del locale finalizzata a
confondere e celare gli acquisti di cocaina con gli acquisti dei normali avventori. In considerazione del
costante e acclarato fenomeno di spaccio all’interno del bar, la Procura della Repubblica aveva altresì
avanzato una richiesta di sequestro preventivo del locale, che però il Giudice per le indagini preliminari non
ha inteso accogliere, avendo ritenuto non sussistere più le esigenze cautelari per la specifica misura, una
volta tratti in arresto, e quindi neutralizzati, i protagonisti dell’attività di spaccio.
Tra le altre persone finite in manette in data odierna, anche HEZOUNI Rachid, 24/enne, rintracciato in
Fucecchio (FI), frazione Galleno, all’interno di un’abitazione condivisa con altri connazionali, e
JARMOUNI Bouchaib, 31/enne, arrestato in Monsummano Terme (PT) in un’abitazione nella quale si
trovava detenuto agli arresti domiciliari per altra causa. Sono ancora in atto le ricerche all’indirizzo di due
cittadini stranieri colpiti da misura cautelare, allo stato irreperibili.


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