Firenze, «Lo abbiamo detto e ripetuto più e più volte: senza nuove assunzioni non c’è speranza che il sistema sanitario toscano si rimetta in sesto rispetto alla deriva in cui la sinistra di governo regionale lo ha sin qui condotto.
Il problema è che la spregiudicatezza della giunta piddina alza l’asticella, e ormai dal non mantenere le promesse tradisce anche le carte scritte. A tutto questo noi non ci stiamo, e diciamo basta alle condizioni di lavoro cui sono sottoposti i professionisti della sanità costretti a sopportare carichi di attività insostenibili in maniera perdurante»: così il Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti che appoggia la contestazione mossa dalle organizzazioni sindacali che rivendicano assunzioni e omogeneità di trattamenti nel comparto sanitario e tra le varie macroAsl generate dalla riforma sanitaria del 2015.
«Quella riforma voluta da Rossi e Saccardi a ogni costo e a cui ci siamo opposti strenuamente – ricorda Marchetti – non mirava ad altro che a mescolare le carte, soprattutto quelle contabili nella speranza che poggio e buca facesse pari. Non solo il risultato non è stato ottenuto, come dimostrato anche dalla lettera fatta partire da Palazzo Chigi alla volta del governatore Rossi per intimare il ripiano dei debiti pregressi, ma addirittura ancora dopo quattro anni non si è compiuto il processo di omogeneizzazione dei trattamenti e dei trattamenti contrattuali di chi alla sanità ogni giorno dà gambe e braccia per curare e assistere le persone malate, che prima o poi potremmo essere tutti noi».
In quest’ottica il problema è evidentemente collettivo: «I sanitari, ospedalieri e non, oggi sono costretti a operare in contesti che li espongono a malumori e maltrattamenti – riassume il Capogruppo di Forza Italia – facendo fronte al meglio a flussi di lavoro che rendono ogni giorno un’emergenza, ogni pronto soccorso una trincea. Ovvio: il margine di errore aumenta. Le stabilizzazioni non sono sufficienti, gli inserimenti di neolaureati nell’emergenza urgenza sono forse anche poco opportuni per i giovani stessi, benché volenterosi, tanto che l’iniziativa è stata accolta con sfavore dai medici stessi. La verità è che serve un’iniezione poderosa di nuove energie. La stima di 1500 lavoratori che mancano in organico formulata dai sindacati è significativa di un sistema non strategicamente governato, nel quale si è proceduto con soluzioni tampone insufficienti, tardive, prive di un progetto autentico sulla sanità».
Poi c’è la stoccata politica: «La sinistra di governo regionale, Rossi e Saccardi in testa – incalza Marchetti – ormai hanno perso ogni inibizione, compiendo il salto di qualità dal non rispettare le promesse a parole, al tradire anche i patti scritti. Come fidarsi ancora di chi anziché risolvere, per dirne una, i problemi di sovraffollamento dei pronto soccorso finanzia modi per rendere meno uggiosa l’attesa dell’utenza? E’ un paradosso, no? Ormai si sono completamente abbandonati all’ineluttabilità dell’implosione verso cui hanno condotto il sistema, e non fanno nemmeno più nulla per nasconderlo».