È in dirittura di arrivo l’indagine conoscitiva, promossa dalla commissione Sanità presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), sullo svolgimento della professione medica intramoenia in Toscana.Questa mattina è stato ascoltato Fabrizio Gemmi, coordinatore dell’Osservatorio qualità ed equità dell’Ars (l’Agenzia regionale di sanità). Gemmi ha fatto un rapporto di sintesi in merito all’indagine effettuata “sulle prestazioni in regime di attività libero professionale intramoenia in Toscana”.  L’indagine prende in considerazione cinque specializzazioni per cui il ricorso alle visite intramoenia risulta alto e prova a rispondere a due domande: in che misura le visite in libera professione intramoenia precedano gli interventi in regime istituzionale e se abbrevino l’attesa per un intervento programmato in regime istituzionale. Per questo, ha spiegato il coordinatore, si sono presi in considerazione il settore dell’ortopedia con gli interventi di artoprotesi, dell’oculistica con gli interventi di cataratta in chirurgia ambulatoriale, di chirurgia generale con gli interventi di colecistectomia ed ernia addominale, di urologia con gli interenti di ipertrofia prostatica e di ginecologia per gli interventi sull’utero (non per patologie tumorali).

Bene, la risposta alla prima domanda è che sì, i pazienti toscani si rivolgono ai medici in regime di intramoenia prima di un intervento, in una misura che tocca il suo massimo per l’urologia (30 per cento dei casi) e diminuisce un po’ per gli altri settori specialistici, con un’unica eccezione evidente: quella dell’oculistica, in cui si registra solo il 4 per cento dei casi. Tuttavia, ha spiegato Gemmi, restano da chiarire e da valutare il fenomeno e l’impatto delle visite extramoenia private prima degli interventi, che in alcune branche specialistiche sono effettivamente molto numerose.

Quanto alla seconda domanda, risulta evidente che aver fatto una visita intramoenia accorcia i tempi di attesa degli interventi nei settori di ortopedia e di oculistica, mentre non si registrano scostamenti significativi negli altri settori. Per ortopedia, il tempo di attesa medio diminuisce si attesta in 90 giorni dopo una visita in libera professione intramoenia contro i 119 giorni dopo una visita istituzionale, e l’accorciamento dei tempi di attesa risulta più evidente nell’Area vasta centrale. Per l’oculistica, il tempo di attesa si attesta sui 90 giorni dopo la visita in intramoenia e sui 111 dopo la visita istituzionale, con una particolare evidenza del fenomeno nell’Area Vasta sud-est.

Come ha spiegato il presidente della commissione Stefano Scaramelli alla fine, i dati emersi da questa analisi, assieme agli altri studi condotti, saranno adesso oggetto di un lavoro che porterà alla stesura finale di un documento finale sull’indagine conoscitiva che sarà presentato entro dicembre


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