Dopo le anteprime estive all’Arena di Verona e al Teatro Antico
di Taormina, ferma a Firenze “L’altra metà Tour” di Francesco
Renga. Due le date in programma martedì 15 e mercoledì 16 (ore
20,45) al Teatro Verdi di via Ghibellina, nell’ambito del lungo
tour che, nelle prossime settimane, vedrà Renga protagonista sui
palchi dei principali teatri italiani.
I biglietti (posti numerati da 25 a 69 euro, compresi diritti di
prevendita) sono disponibili nei punti vendita Box Office
Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita) e online su
www.ticketone.it.
In primo piano il nuovo disco “L’altra metà” oltre ai suoi più
grandi successi. Ad affiancarlo sul palco sono Fulvio Arnoldi
alla chitarra acustica e alle tastiere, Vincenzo Messina al
pianoforte e alle tastiere, Stefano Brandoni e Heggy Vezzano
alle chitarre, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al
basso.
“Il fascino e la bellezza del teatro – spiega l’artista – la
vicinanza fisica con il pubblico. Poterlo guardare in faccia,
toccarlo, sentirlo. E sapere che loro possono fare altrettanto.
Lo spettacolo che è pensato proprio per questo, per vivere una
serata ricca di grande magia”.
“L’altra metà”, prodotto da Michele Canova Iorfida, è composto
da 12 brani dal sound e dal linguaggio contemporaneo e
rappresenta l’altra metà della vita, della storia, della musica
di Francesco Renga: un altro capitolo, caratterizzato da nuove
consapevolezze e forme, sonore e linguistiche. ll disco è stato
anticipato dal brano “L’odore del caffè”, mentre è attualmente
in radio il nuovo singolo “Prima o poi”, scritto da Gazzelle,
Luca Serpenti e dallo stesso Francesco.
“L’altra metà è anche – come dichiara Renga – il frutto di oltre
35 anni di lavoro, di ricerca, di passione, d’amore, di vita
spesa a cercare di raccontare e raccontarmi attraverso la musica
e le parole… attraverso la mia voce. Ho scritto insieme con
moltissimi giovani autori, musicisti e artisti perché avevo
bisogno di trovare il linguaggio giusto per riuscire a parlare –
attraverso queste canzoni – anche ai miei figli. È questo,
credo, il miglior pregio del disco: canzoni, parole e musica che
riescono a raccontare la vita che mi attraversa e che, a sua
volta, è attraversata dallo sguardo di un uomo di 50 anni”.
A maggio 2020, Francesco Renga si esibirà anche all’estero con
una serie di appuntamenti live nelle principali città d’Europa,
tra cui Londra, Parigi e Madrid.
“L’Altra Metà Tour” è prodotto e organizzato da Friends &
Partner.
FRANCESCO RENGA racconta L’ALTRA METÀ
È sempre molto difficile raccontare un album. È come cercare di raccontare qualcosa che è successo
nonostante te, a tua insaputa. E non è semplice descrivere quello che in maniera
inconsapevole, quasi misteriosamente, ha preso forma, quel
qualcosa che avevi bisogno di dire. Ancora non ne conosci le
motivazioni, lo stesso linguaggio ti suona a tratti
estraneo, perché frutto di un’urgenza che nemmeno sapevi di
avere. Ti ritrovi così a dover parlare di cose che sono
uscite dalla tua bocca prima ancora che decidessi di
aprirla, prima che te ne rendessi conto, improvvisamente,
come un urlo che non puoi controllare.Cose tue, che si muovevano dentro di te. Hai cercato di
negarle, di nasconderle, ancora forse non hai nemmeno
cercato di comprenderle… ma eccole lì: improvvisamente e
inaspettatamente alla mercé di tutti. E tu che le credevi
protette nella tua fortezza che pensavi inespugnabile.Ma questa è la fortuna dell’artista, il miracolo
dell’Arte. È un’urgenza sulla quale non puoi pretendere di avere
il controllo: sarebbe un ossimoro. Quello che ho fatto in più di 35 anni di lavoro è stato
cercare di essere un artista e soddisfare questa urgenza,
chetarla. Usare la mia “fortuna” per raccontare il mio
universo… la visione che ho del mondo e della mia vita.
Scrivendo canzoni.La canzone rappresenta, insieme alla musica, la forma
più popolare e diretta di linguaggio. La musica è una delle
forme più evolute del pensiero, arriva attraverso i sensi
direttamente all’essenza dell’individuo senza
intermediazioni, la sua comprensione avviene su un piano
ancora più alto di quello della parola, per questo è
universale. La canzone pop per me ha sempre rappresentato
un’impavida sortita oltre le mura, piuttosto che la difesa
di un comodo perimetro chiuso tra le pareti del mio essere.
Ho sempre voluto abbattere le mura del castello, perché
per me ogni muro rappresenta una prigione… non voglio
difendere, voglio condividere.“L’altra metà” rappresenta questa consapevolezza.Ho cominciato a fare dischi, cantare, suonare, scrivere
e raccontarmi con la musica, le parole, la voce… quando
tutto era un’altra cosa. Non solo la musica, le canzoni…
il mio lavoro, il mio Paese…. e soprattutto la cosa più
importante, per ognuno di noi… la vita. E se la mia vita
adesso è altro, è cambiata, le mie canzoni non possono che
essere diverse, cambiate a loro volta.“L’altra metà” è il frutto di un percorso cominciato
anni fa con “Tempo reale” quando mi sono reso conto che il
linguaggio popolare era mutato e ho sentito l’esigenza di
rimanere collegato a un mondo del quale avevo disperato
bisogno di sentirmi parte… Essere adeguato ai miei bisogni
artistici è sempre stata la mia priorità.Perché non ho un altro modo per stare al mondo… non
c’è e non lo conosco.La musica, le parole, la mia voce sono gli unici
strumenti che ho a disposizione per non tradire la mia
anima.Da qui parto per condividere questo racconto con voi.
Perché le motivazioni, l’urgenza, il bisogno non ve li posso
spiegare, ma posso provare a farvele “sentire”.Da “Tempo reale” a “L’altra metà” ho vissuto un
percorso espressivo e di affinamento del linguaggio che con
questo disco trovano una loro sublimazione e una cifra
specifica molto personale. Da qui il titolo: “L’altra metà” ovvero l’altra metà
della mia vita, della mia storia, della mia musica… una
sorta di ripartenza con una consapevolezza rinnovata.
Completamente nuova anche nelle sue forme. Questo album è
frutto di oltre 35 anni di lavoro, di ricerca, di passione,
d’amore, di vita spesa a cercare di raccontare e raccontarmi
attraverso la musica e le parole… attraverso la mia voce.
Ho scritto insieme con moltissimi giovani autori, musicisti
e artisti perché avevo bisogno di trovare il linguaggio
giusto per riuscire a parlare – attraverso queste canzoni –
anche ai miei figli, senza paura di risultare sbagliato. È
questo, credo, il miglior pregio del disco: canzoni, parole
e musica che riescono a essere contemporanee; che riescono a
raccontare la vita che mi attraversa e che, a sua volta, è
attraversata dallo sguardo di un uomo di 50 anni.