Piombino, sono stati gli stessi carabinieri che tre anni fa avevano condotto una difficile indagine, soprattutto per la tipologia del reato e l’età della vittima, ad arrestare un uomo residente in Piombino per violenza sessuale aggravata e continuata.
Viola – la chiameremo così – aveva compiuto da pochi giorni otto anni quando, siamo nell’estate del 2016, si era iscritta al corso di nuoto organizzato in un villaggio turistico della Val di Cornia dove stava trascorrendo le vacanze insieme ai genitori, nella zona sud della provincia di Livorno.

È durante quelle lezioni che la piccola è stata vittima degli abusi sessuali da parte dell’assistente ai bagnanti che avrebbe dovuto seguirla. Violenze ripetute per giorni che la piccola ha poi raccontato alla madre appena rientrata a casa. È dalla denuncia dei genitori ai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piombino che è partita l’inchiesta della pubblico ministero Fiorenza Marrara che ha portato prima all’arresto – siamo nella primavera del 2017 – poi dopo alcuni mesi alla condanna dell’allora quarantenne originario di Firenze ma residente a Piombino, a sei anni di reclusione in abbreviato, ridotti a 4 dalla Corte di Appello di Firenze e divenuta definitiva in questi giorni tanto che l’uomo nella mattinata odierna è stato trasferito nel carcere delle Sughere a Livorno ove rimarrà sino all’aprile del 2021 avendo già scontato parte della pena sino ad oggi in regime di arresti domiciliari. Era stato lo stesso imputato, in aula, ad ammettere gli abusi commessi leggendo un memoriale scritto a mano che è stato poi consegnato al magistrato. Un’inchiesta che era passata dalle perquisizioni a casa dell’uomo dove è stato trovato materiale pedopornografico fino alla deposizione della piccola che ha confermato le violenze subite. Buona parte del dispositivo firmato dal Giudice Antonio Del Forno riguardavano le pene accessorie nei confronti dell’imputato e il risarcimento danni per la famiglia della piccola. In particolare il giudice ha disposto l’interdizione durante l’espiazione della pena dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente la curatela e l’amministrazione di sostegno nonché da qualsiasi incarico delle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio e servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Ma anche – come prevede il codice – all’applicazione nei confronti dell’imputato, al termine dell’esecuzione della pena e per la durata di tre anni al divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori, con il divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con i minori, nonché l’obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza e sugli eventuali spostamenti.

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ultimo aggiornamento: 11-10-2019


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