Anche i fiorentini che non frequentano abitualmente Piazza Demidoff ricorderanno bene lo spregio inferto al patrimonio artistico della nostra città dal deprecabile atto vandalico che, alle prime ore del mattino di un venerdì del giugno 2018, danneggiò gravemente la statua in marmo commemorativa del conte Nicola Demidoff, nell’omonima piazza attigua a Lungarno Serristori. La testa del dio Pluto bambino, in braccio ad una delle quattro figure allegoriche che rappresentano le virtù del nobile russo, venne brutalmente decapitata e cadde rovinosamente a terra frammentandosi in varie parti, così come l’indice della figura femminile che lo tiene in braccio ed il bordo sinistro della base circolare.
L’Istituto Palazzo Spinelli, da quarant’anni impegnato nella conservazione del patrimonio artistico della collettività, mise immediatamente a disposizione del Comune l’esperienza dei propri restauratori, facendosi carico dell’intera operazione di ricostruzione e riposizionamento della testa della statua, e dei successivi interventi di pulitura, restauro e consolidamento dell’ottocentesco complesso scultoreo.
«Immediatamente dopo l’accaduto -commenta il presidente Emanuele Amodei– abbiamo voluto mandare un messaggio forte contro il vandalismo che periodicamente affligge il nostro territorio, dimostrando che Firenze sa reagire prontamente contro ogni forma di mancanza di rispetto nei confronti del proprio patrimonio culturale. I visitatori di tutto il mondo non devono solamente ammirare le nostre opere d’arte, ma aiutarci a proteggerle, come patrimonio comune di tutti quanti. Arrampicarsi su una statua o mangiare sui gradini di un monumento, sono azioni inaccettabili. Nel nostro piccolo, abbiamo proposto e condiviso con il Comune che il complesso scultoreo di Piazza Demidoff, ad ultimazione dei restauri previsti, sia adottato stabilmente dal nostro Istituto, di modo da poter intervenire direttamente, a fianco della proprietà e dell’organo di tutela, in caso si verifichino danni di tipo meccanico, alluvioni o semplici deturpazioni dovute agli agenti atmosferici e alla presenza dei piccioni».
Lo stato dei lavori ad oggi:
La scultura, realizzata da Lorenzo Bartolini tra il 1830 ed il 1849 su ordine dei figli del conte Demidoff, fu completata dall’allievo di Bartolini Pasquale Romanelli solo nel 1871 e poi donata al Comune di Firenze.
Dopo l’atto vandalico il Comune costituì un team inter disciplinare per il recupero della statua, cui presero parte Opificio delle Pietre Dure (per le analisi chimiche), Istituto Spinelli (per il restauro) e Sovrintendenza.
«L’intervento di restauro si sta dimostrando lungo e delicato -puntualizza Amodei-, e non può dirsi ancora completato. Ci teniamo però a tenere aggiornata la cittadinanza sull’intensa attività che da oltre un anno ci vede impegnati a fianco della Soprintendenza e dell’Opificio delle Pietre Dure per restituire il prima possibile la sua statua alla piazza fiorentina».
Completato l’iter dei permessi per l’avvio dei lavori e quello delle analisi chimiche preliminari da parte dell’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Palazzo Spinelli ha avviato l’operazione di recupero dei vari frammenti, la loro pulitura e la ricostruzione in 3D della testa di Pluto bambino soltanto tra luglio e agosto 2019.
«Stiamo parlando di 3 kg di marmo ridotto in polvere -commenta Stefano Landi, restauratore che ha eseguito le operazioni, insieme a Daniela Manna e all’allieva Maria Costagnola-. Dai frammenti abbiamo dovuto rimuovere sostanze saline causate dalle vicissitudini del tempo (piogge acide, guano, ecc) e che erano state assorbite dal marmo. Capita infatti alle statue da esterno che gli agenti atmosferici e le variazioni della temperatura “cuociano” la superficie lapidea provocandone il rigonfiamento e aumentandone la porosità. Ecco perché, quando il facinoroso si è arrampicato sulle statue in questione, il marmo non ha retto e la testa del dio Pluto si è spaccata. Una volta catalogati -continua Landi-, i frammenti sono stati desalinizzati e puliti tramite tecnica laser non invasiva, controllata e selettiva, che ci ha permesso di rimuovere le concrezioni, grazie anche alla collaborazione con la ditta El.En. Sono poi state eseguite prove di consolidamento per identificare il prodotto più idoneo, e la scansione con il laser 3D per la ricomposizione del volto mancante. In questo ci è stato di grande aiuto il modello in gesso impiegato dallo stesso Bartolini per la produzione della statua in marmo, attualmente conservato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, che rappresenta l’unica testimonianza reale e tridimensionale della testa danneggiata. Abbiamo dunque potuto eseguire la scansione del modello in gesso e, successivamente, quella della parte rimasta del busto della statua, di modo che il negativo risultante ci desse modo di ricostituire i frammenti sulla parte da integrare. Di tutta la testa decapitata, infatti, è rimasto integro solo il 20%».
Il prossimo passo per l’intervento di restauro sarà realizzare un modello di supporto ai frammenti, che ovviamente non potranno più essere gli originali, bensì una copia in resina di marmo che al momento opportuno sarà ricollocata sul corpo della statua. Per quanto riguarda invece i frammenti originali, saranno conservati negli spazi museali del Comune di Firenze. Prima di ricollocare la testa sarà inoltre necessario procedere alla pulitura e al restauro dell’intero complesso scultoreo.
«Il coinvolgimento dei privati nel restauro del patrimonio comune è fondamentale –è il commento dell’assessore ai Lavori pubblici Alessia Bettini -. Dopo una stagione di interventi che ha riguardato quasi l’80% del nostro patrimonio, andiamo avanti coinvolgendo questi soggetti anche nella cura preventiva e nella manutenzione costante del patrimonio restaurato, che è poi il fine ultimo del restauro. L’intervento sul monumento di piazza Demidoff da parte dell’Istituto Palazzo Spinelli va in questa direzione e consentirà dopo il restauro anche un’adozione stabile della scultura da parte dell’Istituto, che potrà intervenire direttamente, al fianco della proprietà e dell’organo di tutela, in caso di danni».
Info: www.palazzospinelli.org