La Dop Economy toscana sotto attacco della cyber-agropirateria. Il web è la nuova frontiera del Tuscany Sounding e delle frodi agroalimentari che colpiscono la reputazione e l’immagine delle produzioni IG della Toscana ingannando i consumatori e danneggiando i produttori. Sono 112 gli “annunci” scovati e denunciati alle autorità sulle piattaforme online nell’ultimo anno che propongono ai naviganti sotto “mentite spoglie” i nostri testimonial di eccellenza nel mondo come l’olio Toscano IGP, il Brunello di Montalcino e l’Orcia, il Pecorino Toscano DOP, il Prosciutto Toscano DOP, la Finocchiona Igp, il Lardo di Colonnata IGP, la Farina di Castagne della Lunigiana DOP ed altri ma che in realtà hanno poco o nulla hanno a che fare con il vero Made in Tuscany. Si tratta di prodotti, proposti su Amazon, Ebay, Alibaba, Rakuten ed una moltitudine di altre piattaforme e siti, anche aziendali, che utilizzano in maniera illecita e fraudolenta le Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette italiane, sia nel settore del Food che del Wine. A dirlo sono Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana sulla base dell’ultimo rapporto dell’Istituto Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole in occasione dell’incontro sulla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche che si è tenuto a Casa Coldiretti a Firenze con il relatore, l’Eurodeputato Paolo De Castro. Complessivamente, a livello nazionale, le azioni di contrasto complessive che minacciano la qualità? e la sicurezza dei prodotti alimentari eseguite da parte delI’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi sono state 449 nel 2022, 5.824 tra il 2015 ed il 2022.
“La Toscana è stata in prima fila lungo tutto il lungo percorso che condurrà all’approvazione definitiva del testo unico per la riforma delle Ig in Europa. – ha detto Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – In questi mesi abbiamo promosso ed organizzato iniziative ed incontri di approfondimento rivolti agli operatori del settore perché siamo una regione che crede che questo strumento possa aiutare le nostre produzioni a denominazione a crescere ulteriormente attraverso il rafforzamento dei meccanismi di tutela della distintività. Le indicazioni geografiche mettono insieme e valorizzano la qualità dei prodotti agricoli ma anche i territori e la sapienza degli uomini che li realizzano”.
Si inserisce in questo scenario la nuova riforma del sistema delle IG attesa alla prova finale del Parlamento tra gennaio e febbraio del 2024 che ha tra i suoi obiettivi quello di alzare il livello di protezione nei confronti dell’e-commerce e del sistema dei domini obbligando gli Stati membri a bloccare l’accesso a tutti i contenuti evocativi di una indicazione geografica, anche grazie ad un alert-system sviluppato da EUIPO. I punti della riforma sono stati illustrati per la prima volta in Toscana dopo all’accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento Europeo, Consiglio, Commissione lo scorso 24 ottobre in occasione dell’incontro a Casa Coldiretti a Firenze dall’Europarlamente e relatore, Paolo De Castro. Quattro i pilastri della riforma: rafforzamento del ruolo dei consorzi, maggiore protezione, semplificazione e chiarimento del ruolo dell’EUIPO, sostenibilita? e trasparenza.
“E’ il primo testo unico sulla qualità europea. – ha spiegato il relatore della riforma, Paolo De Castro – Per la prima volta abbiamo messo insieme tutte le regole delle indicazioni geografiche sia del mondo vitivinicolo che agricolo ed agroalimentare. Tra le tante novità che il regolamento introduce c’è il rafforzamento del sistema delle tutele sul mercato ma anche online andando a colpire tutti quei siti che vendono prodotti ad indicazione geografica che nulla hanno a che fare con gli originali. In questo caso il regolamento prevede il blocco o l’oscuramento del sito fake grazie ad un sistema di allerta rapido che entrerà in vigore non appena il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La dop Economy – ha detto ancora l’Europarlamentare – è un asset strategico del nostro paese e dell’Europa. La qualità è uno straordinario strumento per garantire una remunerazione adeguata per i nostri agricoltori. Un esempio su tutti: oggi i nostri formaggi a denominazione di origine, proprio grazie al sistema tutelato, riescono a pagare il latte agli allevatori molto di più di quanto sia il latte spot consentendo alla nostra pastorizia di avere un futuro più solido”.
La Hit Parade. La casisticadelle truffe online che ingannano gli ignari consumatori della rete spaziano dall’annuncio evocante nomi dei prodotti più celebri del nostro paniere all’uso illecito delle denominazioni sul packaging fino alla vendita di prodotti fake 100% proposti come toscani.
Al primo posto della hit parade delle truffe online tra i prodotti di eccellenza del paniere Made in Tuscany c’è l’olio extravergine Toscano IGP con 339 “casi” denunciati nell’ultimo settennato (63 nel 2022 in aumento rispetto al 2021 quando erano stati 46), statistiche che valgono il quarto posto assoluto a livello nazionale dietro eccellenze del calibro del Prosecco e del Parmigiano Reggiano. Al secondo posto si piazza il Pecorino Toscano DOP con 93 segnalazioni di cui 12 nel 2022 mentre al terzo posto la regina dei salumi toscani, la Finocchiona IGP con 44 (20 nel 2022). Ai piedi del podio, al quarto posto, si piazzano i Cantuccini Toscani IGP, il prodotto dolciario della nostra regione più conosciuto al mondo con ben 37 (10 nel 2022) e al quinto il Prosciutto Toscano DOP con 21. Tra le piccole Dop del territorio spicca nel 2022 la presenza della Farina di Castagne della Lunigiana con 4 segnalazioni nel 2022 e del Lardo di Colonnata IGP con 3 segnalazioni. Tre i vini che sono stati oggetti di interventi di tutela nel 2022: il Brunello di Montalcino, il Rosso di Montalcino e l’Orcia senese con una segnalazione a testa. Il giro d’affari stimato da Coldiretti Toscana relativo al mercato parallelo tra cibo tarocco, contraffatto, sofisticato e tuscany sounding in vendita in tutto il mondo è di oltre 6 miliardi di euro, il doppio del valore delle esportazioni di vino, olio e food messo insieme.
La Dop Economy. Gli 89 prodotti tra vino e food a denominazione valgono 1.361 milioni di euro ed il quinto posto a livello internazionale. Il maggior contributo arriva dalle province di Siena con 676 milioni di euro e Firenze con 273 milioni di euro. Poi Grosseto con un impatto economico delle indicazioni geografiche di 121 milioni di euro, Arezzo con 96 milioni di euro, Livorno con 63 milioni di euro, Pisa con 59 milioni di euro, Pistoia con 33 milioni di euro, Prato con 22 milioni di euro, Massa Carrara con 10 milioni di euro e Lucca con 8 milioni di euro. Il contributo principale ai primati della DOP Economy provengono principalmente dal vino con 58 produzioni a denominazioni (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp) con 1.183 milioni di euro di impatto economico e 5.839 operatori coinvolti. Il comparto food crea invece un valore complessivo di 178 milioni di euro grazie a 31 prodotti (16 IGP e 15 IGP) con 11.938 operatori e al primato nazionale dell’olio extravergine con 29 milioni di euro.