Un’impresa su tre è donna e guida la rivoluzione ecologica nella nostra regione. L’evento di Coldiretti Toscana. 

Toscana prima regione italiana per imprese agrituristiche al femminile. Ha il maggior numero di agriturismi condotti da donne con 1.734 strutture su 5.406 attive con una quota del 20% sul totale nazionale. La seconda regione, l’Umbria con 655 strutture su 1.399 totali si ferma al 7,6%, la Lombardia con 639 su 1.720 al 7,4%. Le imprese rosa in Toscana sono 12.291, una su tre (31,2%), in leggero calo nel 2021 (-0,7%) a causa del rallentamento della pandemia le imprese che conducono la rivoluzione ecologica nelle campagne dimostrando di saper coniugare la sfida con il mercato, la qualità della vita e la tecnologia, una spiccata sensibilità per la salvaguardia dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, la promozione dei prodotti tipici e del territorio spingendo la multifunzionalità verso nuovi orizzonti.

A dirlo sono Coldiretti Toscana e Donne Impresa Coldiretti sulla base dei dati forniti dalla Camera di Commercio di Firenze in occasione dell’iniziativa “L’agricoltura è già donna. Storie, strategie ed economia circolare” che si è tenuta all’Innovation Center della Fondazione CRF a Firenze. All’iniziativa hanno partecipato Roberto Nocentini (Presidente Coldiretti Firenze Prato), Cecilia Del Re (assessore all’urbanistica, ambiente e turismo del Comune di Firenze), Giuseppe Salvini (Segretario Generale Camera di Commercio di Firenze), Stefano Segati (Dirigente Artea), Floriana Fanizza (Responsabile Nazionale Donne Impresa Coldiretti), Maria Chiara Zaganelli (Direttore Generale ISMEA), Roberta Casini (Sindaco Comune Lucignano e Responsabile Agricoltura ANCI Toscana), Elena Bertini (Responsabile Donne Impresa Toscana), Stefania Saccardi (vice presidente della giunta regionale della Toscana), Fabrizio Filippi (Presidente Coldiretti Toscana) ed in remoto le Europarlamentari Simona Bonafè e Susanna Ceccardi.

“Le imprese femminili hanno dimostrato, in questo delicato momento, insieme ad una straordinaria capacità di spingere concretamente la multifunzionalità verso orizzonti ancora inesplorati, di sperimentare di nuovi modelli di gestione dell’attività basati sulla valorizzazione degli scarti delle lavorazioni, e più in generale materiali second life, unito al bisogno di ridurre il consumo di suolo e le risorse energetiche come l’acqua non solo per una semplice ragione economica. – spiega Elena Bertini, Responsabile Donne Impresa Coldiretti Toscana –  Guidano la transizione ecologica nelle campagne consapevoli dei cambiamenti climatica in corso e sono tra le più attive nel campo del biologico e dell’accoglienza dove conducono quasi un agriturismo su due determinando il nostro primato nazionale. Sono proiettate nel futuro e rappresentano un modello sano, sostenibile, creativo ed etico”.

L’identikit dell’azienda rosa multifunzionale e sostenibile è stato il tema centrale del salone dell’economia circolare allestito durante l’iniziativa. Non gli andava giù di dover buttare le foglioline dell’eucalipto ottenute dalla pulitura dei rami che coltiva sulle rive del Lago di Massaciuccoli in Versilia. Così Elena Giannini, imprenditrice di Massarosa, ha iniziato a distillarlo per trasformare gli scarti in preziosi olii essenziali utilizzati per creare una linea di prodotti biologici destinati all’agricosmetica e alla detergenza naturale della casa commercializzata con il marchio Oligea.

Sempre da uno scarto di un prodotto prezioso, questa volta dal Marrone di Caprese Michelandelo, siamo nell’aretino, nasce la linea di bio-cosmetica di Mariateresa Baroni dell’azienda agricola Villa di Castro. Dopo una fase di studio è riuscita a trasformare il marroncino, lo scarto buono del marrone, in una originale linea di creme per il corpo, viso, mani e viso e doccia crema. Oltre ai cosmetici naturali, Mariateresa produce anche il liquore alle castagne. 

Brutta fuori, bella e soprattutto buona dentro la frutta di “Alta Mater” di Martina Pagnini di Montaione al confine tra Firenze e Pisa che con il suo lago artificiale ha ridotto a quasi zero i consumi di acqua. Mele, susine, pesche ed albicocche non più utilizzabili per la vendita diretta non vengono buttate via ma valorizzate come energy-snack naturale. Attraverso un semplice processo di essiccazione meccanica la frutta viene disidrata e proposta ai clienti del mercato di Campagna Amica come cibo ad alto contenuto energetico in piccoli vasetti. E’ molto apprezzata tra gli sportivi. 

Non si butta via niente nemmeno all’azienda Felice Curcetti nel pratese, dove Silvia dal 2011 ormai produce, oltre ai sott’oli che commercializza nei mercati di Campagna Amica, la celebre “Giardiniera salva spreco di Montemurlo”. Gli ortaggi a fine mercato utilizzati per la giardiniera provengono anche delle aziende agricole confinanti. 

E’ il modello di fattoria autosostenibile l’esperienza che portano avanti al “Canto di primavera del sogno antico” le sorelle Gabriella e Stefania Michelozzi sui colli di Forrottoli nel comune di Quarrata. Producono composte, latte, formaggi, uova, olio e tutto ciò che la mente può immaginare pensando a una fattoria, senza alcun genere di scarto. Perché anche le potature degli ulivi o delle viti, il manto delle pecore, la pelle delle mucche macellate, i noccioli delle olive hanno uno scopo. In questo perfetto ciclo che si autoalimenta, una volta che i terreni hanno bisogno di essere liberati dai rovi arrivano le capre che poi lasciano campo libero agli ovini. Quelle pecore di cui non si butta via niente, neppure la pelle, impiegato per fare borsette, mentre con i noccioli delle olive si cuoce il pane per l’agriturismo e l’ultimo scarto dalla lavorazione del formaggio viene dato come alimento iperproteico ai maiali.