La Valdichiana è un territorio fertile dove crescono ortaggi e specialità che vengono esportate in tutta Italia e non solo. Una terra ricca a cui va prestato attenzione per preservarla da siccità ed esondazioni. Da decenni i coltivatori hanno segnalato le loro difficoltà e la necessità di un piano idrico adeguato.  Ma qualcosa si sta muovendo. I progetti in realtà non sono mai mancati ciò che è venuto a mancare in questi anni è la possibilità di realizzazione.
Ora pare che si sia trovata una strada. I sindaci della Valdichiana si sono incontrati, insieme a produttori locali, con la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi e dell’assessora all’ambiente Monia Monni. Un incontro in loco per capire come procedere.

Il Consorzio di Bonifica bonifica Alto Valdarno2 aveva presentato un progetto al Ministero ma era stato bocciato. Questo perché il bando del Ministero chiedeva progetti esecutivi. Il progetto presentato era sì definitivo ma non era esecutivo ma era comunque definitivo. E Perché non poteva esserlo? Perché nonostante la partecipazione a bandi non c’era la copertura del progetto. La colpa è della Reguione Toscana che non ha mai fatto una delibera per sbloccare i fondi necessari.

In realtà i fondi ci sono, infatti il consorzio aveva avuto 8 milioni di euro dai ruoli cioè dai  soldi dei contribuenti  per la manutenzione della canalizzazione della zona. L’ultimo incontro con gli assessori ha finalmente evidenziato una strada percorribile. Verrà creato un fondo di  rotazione per coprire i costi di progettazione dei consorzi e quando i progetti saranno esecutivi il denaro verrà restituito ai Consoszu dalla regione.

La parola all’agricoltore

Ma perché è così importante? Ce lo siamo fatti spiegare da uno degli agricoltori più attenti, che segnala il problema da decenni, Pietro Rampi.
Il problema riguarda tutto l’ambiente e non solo il settore agricolo.

“Oggi si preleva dai canali  – racconta Rampi – ma non si può più prelevare dai pozzi. In Valdichiana  c’è sabbia e non si possono fare pozzi nella sabbia.  Quindi serve acqua di superficie. Ci sono 2300 ettari di areale da irrigare e non sono poca cosa. Il distretto 23 tratta di colture altamente specializzate, importanti per la nostra economia.

Oggi ci sono dei canali e abbiamo dei laghetti. Acqua che torna nel circuito ma che non basta. Bisogna calcolare che Il sole d’estate ne porta via 8 cm al giorno dai laghetti, acqua che comunque torna alla valdichiana più quella che torna nelle falde.
Alla Valdichiana serve acqua “fresca” che venga dall’esterno e sul Monte Doglio c’è. Ecco perché occorre un sistema nuovo che porti l’acqua buona del Monte Doglio in Valdichiana.

Inoltre fare questa canalizzazione – spiega ancora Rampi – avrebbe un duplice effetto. Si andrebbe a diminuire l’inquinamento. L’acqua che oggi riutilizziamo, anche se nei parametri, è sempre la stessa ha quindi necessità di acqua nuova. Garantire l’accesso dell’acqua ai distretti produttivi è perciò di vitale importanza.  Inoltre le motopompe  che servono a pompare acqua dagli attuali canali inquinano e consumano molto. Tutto questo incide sia sull’ambiente che sui costi di produzione.