Patrizia Alma Pacini, presidente degli industriali pisani: “Più servizi e infrastrutture per sostenere le donne madri e lavoratrici. In Toscana, triplicate in sei anni le dimissioni volontarie di maternità. E a causa del Covid dati ancora più preoccupanti”.

Un asilo nell’area industriale di Ospedaletto. Pacini, “Inserito nel protocollo di riqualificazione grazie al Comune e alla Regione Toscana”.

“Più servizi e infrastrutture per mettere le donne lavoratrici nelle condizioni di non dover scegliere tra professione e famiglia”, così Patrizia Alma Pacini, presidente dell’Unione Industriale Pisana, sollecita riflessioni e interventi in occasione della giornata dell’8 marzo. “Se in Toscana – spiega Pacini – , i dati ante-Covid ci raccontano una regione con una occupazione femminile tra le più alte nella media nazionale, i segnali dell’ultimo anno, caratterizzato dalla pandemia, sono invece preoccupanti. Sappiamo che moltissime donne, lavoratrici e madri, si sono trovate ad affrontare l’ulteriore responsabilità di rinunciare al lavoro per prendersi cura dei figli piccoli impegnati nella didattica a distanza”. “Assieme a ulteriori misure che il Governo dovrà adottare per aiutare le famiglie su più fronti – commenta la presidente degli industriali pisani – sarà urgente programmare una ripartenza che tenga conto di esigenze sociali non più rimandabili. Il Covid 19 ha amplificato il divario tra donne con famiglie in grado di permettersi la cura dei figli e altre prive del supporto economico necessario. Già prima della pandemia, infatti – prosegue Pacini – i dati raccolti da Irpet, l’Istituto Regionale di Programmazione Economica della Toscana, rappresentavano un fenomeno allarmante, quello cioè relativo all’ampiezza delle dimissioni volontarie di maternità che permettono, alla lavoratrice in attesa e alla madre con un figlio di età inferiore a un anno, di lasciare il lavoro senza preavviso e accedere all’indennità di disoccupazione. Dal 2012 questo tipo di dimissioni si è triplicato e nel 2018 riguarda, secondo le stime di Irpet, circa il 15% delle donne aventi diritto. Nel 49% dei casi, le dimissioni sono dovute alla inadeguata offerta di servizi, nel 20,4%, invece, alla impossibilità di trovare una soluzione appropriata in termini di orari e di modalità di lavoro”. 

Sul fronte dei servizi, da circa un anno l’Unione Industriale Pisana sta quindi portando avanti, assieme al Comune di Pisa, alla Regione Toscana e ad altri partner locali, il progetto di riqualificazione dell’area industriale di Ospedaletto. “Da due anni – spiega Patrizia Alma Pacini -, abbiamo avviato un percorso che pochi mesi fa ha iniziato a dare i suoi frutti concreti, grazie all’impegno economico di Regione e Comune. Negli obiettivi di riqualificazione dell’area, ad alta densità occupazionale, c’è la realizzazione di un asilo, sinora assente, che potrebbe così essere al servizio delle moltissime donne che lavorano nelle aziende che gravitano nella zona di Ospedaletto. Questo aiuterebbe a garantire i livelli occupazionali femminili e a mantenere nei luoghi di lavoro la presenza di donne che, come sappiamo, sono un valore aggiunto di grande rilievo nei processi produttivi, manageriali e dirigenziali”.

Nonostante in Toscana le donne siano sottorappresentate nei livelli apicali dell’industria, la provincia pisana va in qualche modo in controtendenza, esprimendo figure femminili ai vertici di importanti aziende. “Mi piace far notare – commenta Patrizia Alma Pacini – che la nostra provincia, grazie anche alla presenza di centri universitari di eccellenza, che valorizzano il talento, può vantare donne di riconosciuto merito e capacità alla guida delle nostre imprese con vocazione internazionale. Ne cito solo alcune: Clara Ficili, ad di Saint Gobain, Gina Giani, per lungo tempo amministratore delegato di Toscana Aeroporti e adesso presidente della Fondazione Il Talento all’Opera, Francesca Posarelli, ad di Esanastri, Simonetta Vecoli, ad di All.Co spa, Arabella Ventura, amministratore unico delle Terme di Casciana. Tutte donne di talento che con il loro lavoro e le loro idee contribuiscono allo sviluppo delle aziende che guidano e alla valorizzazione del nostro territorio”. “Rispetto al passato – aggiunge la presidente Uip – le nuove generazioni di donne sono certamente avvantaggiate grazie al cambio di alcuni paradigmi culturali che, fino a pochi decenni fa, frenavano in qualche misura o limitavano la carriera delle donne”.   

C’è un’altra importante iniziativa promossa dall’Unione Industriale Pisana indirizzata a orientare le scelte delle studentesse in uscita dalle scuole medie verso i percorsi formativi proposti dagli istituti tecnici e professionali: “Da tre anni – racconta la presidente degli Industriali – , con una capillare campagna che ci vede a fianco dei referenti delle scuole medie di tutta la provincia cerchiamo di abbattere un doppio pregiudizio, quello verso gli istituti tecnici e professionali e quello secondo cui essi non siano adatti alle donne. Le aziende, invece, hanno sempre più bisogno di figure tecniche specializzate che solo questi istituti riescono a formare. Figure che, tra l’altro, hanno importanti possibilità di fare carriera all’interno delle industrie, come dimostrano i casi di successo di molti giovani diplomati e diplomate della nostra provincia”.