Il 2019 era stato per l’export agroalimentare della provincia di Massa Carrara il miglior anno di sempre. Quasi 6 milioni di euro di prodotti esportati all’estero, l’80% diretto verso i mercati dell’Unione Europea. Una corsa iniziata nel 2015 con “appena” 1,3 milioni di euro di prodotti esportati che la pandemia si è divorato in meno di un anno. L’analisi è di Coldiretti sulla base dei dati Istat sulle esportazioni.

Tra il 2019 ed il 2020 (dato ancora provvisorio) il valore olio, vino ed altri prodotti agroalimentari commercializzati oltre confine ha subito un crollo del 54% passando da quasi 6 milioni a 2,8 milioni di euro. Un dato in linea con il calo generale della provincia di Massa Carrara (53,4%) imputabile, secondo la lettura dell’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio ai prodotti dell’industria lattiero caseari ma in controtendenza rispetto allo scenario regionale (+5%). Sostanzialmente invariate invece le importazioni che subiscono una riduzione di cica 1 milione di euro passando da quasi 20 milioni a circa 19 milioni. “La faticosa conquista di pezzi di mercato all’estero da parte delle nostre aziende – analizza Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara – è stata spazzata via da pochi mesi dagli effetti della pandemia. La contradizione peggiore è stata registrata nel secondo trimestre con una riduzione di quasi il 60%. La causa è da ricercare sicuramente, in parte, nel rallentamento degli scambi commerciali e nel taglio dei consumi con le chiusure della ristorazione per contenere il contagio. Per una provincia come la nostra dove due imprese agricole su tre sono a conduzione familiare ed hanno quindi una debole propensione ad aggredire fette di mercato straniero, è un dato enorme”. 

La tendenza all’export agroalimentare della provincia di Massa Carrara è stata sempre in salita dal 2015. L’export ha subito un balzo del 355% in cinque anni con il fatturato complessivo più che raddoppiato tra il 2017 e 2018. “Merito dell’onda lunga del nostro Made in Italy e dei mercati stranieri sempre più alla ricerca di prodotti di qualità e legati ai piccoli territori, alla tradizione e alla cultura contadina di cui il nostro territorio è straordinariamente ricco. – spiega la Ferrari – Il numero di imprese che hanno iniziato ad affacciarsi su mercati diversi da quelli tradizionali, principalmente del Nord Europa, è in crescita a conferma che c’è consapevolezza più matura rispetto a qualche anno fa”. 

Con 72 prodotti agroalimentari tradizionali censiti, due Dop (farina di castagne della Lunigiana e miele della Lunigiana Dop), la provincia di Massa Carrara da sola contribuisce con il 15% delle produzioni regionali. “Possiamo e dobbiamo ripartire dall’agroalimentare – conclude la Ferrari – per trainare tutto il Made in Italy e dalle unicità e dalle storie dei suoi territori”. 

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