“E’ un onore e un piacere presentarle la Toscana attraverso i suoi prodotti d’eccellenza che sono fatti di qualità, originalità, tradizione, cultura, legame con il territorio, storia e tanta passione, quella che caratterizza i nostri produttori”.

Queste le parole con le quali la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi ha accolto in Palazzo Strozzi Sacrati la console generale statunitense Ragini Gupta.

Con Saccardi erano presenti anche il presidente dell’Associazione lardo di Colonnata, Fausto Guadagni, il presidente del Consorzio cinta senese DOP. Daniele Baruffaldi, il direttore del Consorzio finocchiona IGP, Francesco Seghi, il presidente del Consorzio prosciutto toscano DOP, Fabio Viani. 

Al centro dell’incontro: l’importanza della ripresa delle esportazioni in Usa dei salumi toscani a bassa stagionatura. come il lardo di Colonnata IGP, la finocchiona IGP, i salumi ottenuti con la carne di cinta senese DOP o la mortadella di Prato IGP.

“Crediamo che oggi, con la presidenza Biden, ci siano le condizioni per poter riprendere in mano il lavoro avviato alcuni anni fa insieme al nostro Servizio veterinario e igiene alimenti, volto a garantire qualità e sicurezza dei prodotti dei nostri Consorzi da esportare negli Stati Uniti  – ha spiegato la vicepresidente Saccardi alla console Gupta –  un percorso che ci auguriamo possa ripartire quanto prima, grazie alla collaborazione della Toscana con il vostro paese. Siamo pronti a lavorare insieme, e lo facciamo con grande piacere, per portare oltreoceano prodotti che tengono alto il nome della Toscana all’estero”.

Nell’ambito del consueto scambio dei doni, i presidenti dei Consorzi hanno omaggiato la console con assaggi dei prodotti che ciascuno di loro rappresenta.

Export agroalimentare: alcuni dati
Il 45 per cento dell’export agroalimentare toscano dei prodotti ad indicazione geografica – di cui gli USA con il 38 per cento detengono la quota principale – è costituito dai prodotti legati alla zootecnia, primo fra tutti il prosciutto toscano DOP, seguito dal pecorino toscano DOP e dalla finocchiona IGP.

In Toscana, il settore zootecnico, di cui l’allevamento di suini costituisce circa il 20-25 per cento, genera un valore di 477 milioni di euro (il 29 per cento della produzione nazionale). Tale valore rappresenta quasi un quinto dell’intera produzione agricola della Toscana. 

La Toscana è caratterizzata tradizionalmente dalla predominanza di strutture di medio-piccola dimensione, a conduzione familiare, ubicate soprattutto nelle zone interne del territorio regionale, che hanno un’importanza rilevante per la biodiversità e la caratterizzazione del territorio e sono supportate da specifiche politiche come ad esempio i Progetti integrati di filiera (Pif) e le misure a tutela della biodiversità agraria, attraverso il mantenimento di razze animali autoctone di interesse zootecnico. I prodotti zootecnici sono caratterizzati da un elevato profilo di qualità e apprezzabile diffusione del biologico. 

Anche nell’ambito dei prodotti a indicazione geografica il settore zootecnico è molto rilevante: i prodotti a base di carne sono il principale segmento in termini di valore prodotto nella regione (50 milioni di euro, che diventano 62 milioni se si aggiunge il valore delle carni fresche) seguito dai formaggi (30 milioni di euro), dall’olio (poco superiore ai 20 milioni di euro in una stagione produttiva normale) e dagli ortofrutticoli (500 mila euro circa).

I produttori dei comparti zootecnici per le carni fresche e preparate contano 2.300 unità.
Nella filiera delle carni fresche a indicazione geografica sono coinvolti 722 allevamenti dove si allevano circa 5.650 capi bovini, 11.700 capi ovini e poco meno di 8.000 capi suini.
Nel settore dei prodotti a base di carne suina sono coinvolti circa 60 allevamenti che si occupano di poco meno di 7.500 scrofe generando un valore di 50 milioni di euro.