Soddisfazione da parte di CGIL Filmcams per il risarcimento a 45 lavoratori del settore alberghiero licenziati.
“Il tribunale di Firenze (sezione Lavoro) il 12 febbraio ha giudicato antisindacale la condotta di Iris Società Cooperativa (che ha gestito appalti di pulizie e facchinaggio in molti ed importanti hotel fiorentini), che nel mese di settembre aveva licenziato 45 lavoratori in conseguenza della sua cessazione di attività ma senza avere avviato e concluso la procedura di licenziamento collettivo prevista dalla legge.
Dopo aver denunciato pubblicamente la vicenda anche presso il tavolo di crisi della città metropolitana e dopo aver presentato ricorso all’autorità giudiziaria, la Filcams di Firenze, assistita dall’avvocato Andrea Stramaccia, vede dunque riconosciuta la giustezza della sua azione. Ultima in ordine cronologico delle molteplici società controllate da Cegalin Toscana, che in questi anni ha gestito gli appalti di pulizie e facchinaggio in molti ed importanti hotel fiorentini (tra i quali Baglioni, Cerretani, Villa Medici), Iris é stata condannata alla corresponsione in favore di ciascuno dei suoi 45 dipendenti licenziati di un’indennità corrispondente a 12 mensilità di retribuzione. Appreso il giudizio del tribunale, abbiamo prontamente chiesto ad Iris, a Cegalin, nonché agli alberghi committenti di adempiere e comunque di sostenere la salvaguardia occupazionale, senza però ad oggi registrare una risposta adeguata.
Questo del resto è il sistema: società sottocapitalizzate, interne od esterne che siano al vero valore d’impresa costituito dalla proprietà immobiliare che licenziano per cessazione di attività e che non rispondono neppure all’autorità giudiziaria; alberghi committenti che, tranne rarissime eccezioni, in barba a qualsiasi principio di responsabilità sociale, spettatori di una tragedia che evidentemente sembra non riguardarli, non intervengono e non proferiscono verbo. Eppure occorrerebbe ben altro senso di responsabilità di fronte ad una situazione che a Firenze nel comparto alberghiero rischia di esplodere, e che meriterebbe invece tutt’altro approccio per una sua fattiva tutela nonché per un suo necessario rilancio. Rilancio che, lo ripetiamo ormai da tempo, non può che non andare nella direzione della ricomposizione di una filiera che, per così come ormai l’abbiamo conosciuta, è strutturata solo per privatizzare i profitti e socializzare le perdite a danno della collettività e del lavoro che in queste ore sta pagando il prezzo più alto.
Lanciamo dunque un appello – l’ennesimo – ad istituzioni e parti datoriali nell’auspicio che questa necessaria direzione di marcia possa essere percorsa, concretamente e al più presto, insieme.”