Dopo mesi di sollecitazioni, indagini e tentativi, avviata dal Sunia di Livorno, tramite la segretaria generale Patrizia Villa, e sostenuta da tutti i SUNIA toscani, grazie all’interessamento del deputato Andrea Romano, abbiamo ricevuto risposta informale dai vertici nazionali Inps relativamente agli immobili inutilizzati di proprietà dell’ente.
Della questione si è interessato da tempo anche il Comune di Livorno.
Dalla sintesi dell’incontro registriamo un’importante apertura nella legge di bilancio appena varata che prevede la possibilità di vendita degli immobili INPS non solo a enti pubblici e locali ma anche a enti pubblici strumentali che si occupino di emergenza abitativa, come ad esempio gli istituti case popolari.
La vendita avverrebbe con un significativo sconto (fino al 30%) sul valore attestato da apposita perizia dell’agenzia del demanio (che sollecitiamo a effettuare urgentemente). Questa innovazione è stata pensata proprio per facilitare l’accesso ai patrimoni immobiliari di enti pubblici, compreso l’Inps quindi, dei comuni per l’emergenza abitativa.
Il Sunia Toscana e la Cgil Toscana ritengono che le nuove e ulteriori povertà generate dal Covid anche sull’abitare, debbano essere riassorbite con il ritorno alla normalità sanitaria. Per questo vanno favoriti interventi su emergenza abitativa e nuovi spazi per l’abitare. L’emergenza deve essere un momento nella vita delle persone e va superata attraverso aiuti per la ripresa/nuovo avvio di una vita autonoma e dignitosa. Non ci troviamo invece d’accordo con l’idea che il patrimonio INPS acquisito con i soldi dei lavoratori non debba tornare agli stessi. L’affitto degli immobili Inps e altro non va affrontato come se fosse eresia scegliendo di procedere sola alla vendita. Non vorremmo che tale scelta nascesse dagli scandali provocati da politici di varia estrazione, che vivevano in appartamenti di grande pregio pagando cifre da indigenti. Usciamo dalla logica del penalizzare tutti per pochi o tanti approfittatori senza scrupoli. Le irregolarità debbono essere impedite e punite e la norma deve favorire la socializzazione e la condivisione del bene comune. Ripetiamo la nostra richiesta di procedere alla mappatura degli immobili pubblici non utilizzati e riportarli ad uso comune con forme di canoni accessibili. Tale scelta politica interverrebbe anche sul mercato degli affitti che è determinato attualmente più dalla speculazione che da principi di diritto addirittura costituzionale.
Chiediamo alla Regione Toscana di intraprendere immediatamente iniziative per reperire risorse per l’acquisto attualmente previsto, e sollecitare ulteriori interventi legislativi per realizzare la possibilità di affittare a canoni sostenibili per il diritto all’abitare per giovani e meno giovani.
Il costo dell’abitare attualmente rappresenta una piaga sociale poco affrontata in modo sistemico e strutturale. Ringraziamo Andrea Romano, attendiamo incontro con Regione Toscana per intraprendere il percorso auspicato.