Ha lavorato 80 lunghi anni,  ha partecipato attivamente alla vita sociale e ora si sente offeso dal trattamento che riceve. Lui è Silvano Loppi , ha 94 anni e una menta lucida da far invidia. È entrato a Montedomini nel 2018 per stare con la sua “Norina”, l’amata moglie, completamente inferma e bisognosa di ogni cura.  Quando lei lo ha lasciato è rimasto anche se la maggior parte degli ospiti non ha la sua lucidità mentale.

Silvano ci ha chiamato perché da diverso tempo sta facendo presente che ciò che arriva nel piatto ogni giorno è sempre cucinato molto male e, inoltre,  non c’è nessuna varietà.
Non mi lamento perché la cucina è povera ma perché è, e non posso usare un’altra parola, schifosa” – ci racconta  il signor Loppi – e mi sento offeso. Ho lavorato 80 anni, prima in miniera, poi al Comune di Castiglione della Pescaia e poi, siccome non posso star fermo, mi sono dedicato a curare qualche giardino.”

Invalido di guerra per la perdita di un occhio, nella miniera maremmana di Ribolla ha passato anni duri ma non si è mai tirato indietro Silvano. In pratica ha smesso di lavorare a 80 anni suonati e nell’ultimo periodo ha fatto il “nonno sitter” ripagato da gustosi formaggi e qualche bella bottiglia di Lambrusco di qualità.

Ha fatto presente più volte il problema di come viene cucinato il cibo e della scarsa varietà ma, pur dandogli ragione, dalla residenza non possono intervenire. Montedomini, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, che opera nel campo dell’assistenza sociosanitaria, educativa e riabilitativa per anziani e disabili, sia in regime residenziale che domiciliare e nell’ambito dell’erogazione di servizi in favore dell’inclusione attiva, si serve come gran parte delle regioni italiani della Cir Food, Cooperativa Italiana di Ristorazione.

Silvano è educatissimo e arrabbiato e racconta: “ In una settimana abbiamo avuto per cinque volte il tacchino, che qualche volta fanno passare per “arista. Oggi era cucinato a spezzatino ed  era talmente cattivo che non son riuscito a mandare giù un solo boccone. Ho mangiato pane e olio. Nel 2018, quando sono entrato, ogni tanto arrivava un pezzo di pecorino, della polenta, una fetta di mortadella, ora più miente ed è tutto scondito, mal cucinato e io, che ho lavorato una vita, mi sento offeso”.

Si commuove Silvano e si scusa ma è la delusione e il sentirsi preso in giro che gli fanno venire il nodo in gola: “ Qualche tempo fa ho protestato anche per scritto per quella che avevano chiamato “panzanella” e io ho definito “panzanella della vergogna”. Due fette di pane, neanche bagnato bene, con tre fette di pomodoro intere e tre di cetriolo e pure scondita! E il baccalà? Io com’è il baccalà alla livornese lo so e non possono far passare un pezzo di pesce perso in acqua colorata di rosso per una ricetta così! E i fagioli? Sempre, sempre crudi.”

Lui ci tiene a far sapere che nella vita ha partecipato attivamente a tutto, in accordo con la politica portata avanti dagli amministratori che si sono susseguiti in questa Regione. Racconta che quando vede le immagini delle mense della Caritas con i loro pasti gratuiti così invitanti, si sente ancora più arrabbiato perché lui paga per non aver neanche quel trattamento.
Parla ancora del minestroneacqua sporca con dieci piselli contati, cinque o sei pezzi di carota e, se si è fortunati – racconta ancora Silvano – due pezzi di patata! E comunque non c’è mai un’alternativa se una cosa non ti piace non mangi perché non c’è una seconda proposta.”

Silvano che come tutti gli anziani delle residenze non vede da mesi figli e nipoti in questo momento sta facendo anche riabilitazione per una caduta e nonostante la situazione è attivo e combattivo.

Non solo ha fatto presente più volte la situazione ma anche la figlia ha cercato di far comprendere che c’è qualche problema. La risposta è che non ci sono lamentele anche se è abbastanza normale visto che di persone perfettamente presenti a se stesse non ce ne sono poi molte. La famiglia è molto arrabbiata e sta cercando una soluzione per poter portare in una struttura più idonea il signor Silvano.

Noi, in attesa di parlare con l’Assessore al Welfare del Comune di Firenze,  possiamo dirvi quale sarà il menù di Natale 2020: mousse di prosciutto e ricotta, gnocchi di polenta Bio pasticciati, bocconcini di maiale toscano in agrodolce, patate agli aromi e panettone. Speriamo che almeno quello sia buono visto che oggi i dolci natalizi  sono stati donati agli anziani di Montedomini dal Caffè Pasticceria Neri che di qualità se ne intende.

I gustosi doni sono stati consegnati ai coordinatori delle tre strutture dall’Ass. al Welfare Sara Funaro e dal presidente Luigi Paccosi questo pomeriggio.


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